Questa mattina, alle 10.10, la Capitaneria di Porto di Monfalcone ha dato il via a un’importante esercitazione a cui hanno preso parte anche uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco, del 118, dei servizi di rimorchio, pilotaggio, ormeggio e antinquinamento del porto di Monfalcone. Con il massimo del realismo consentito, è stata simulata un’esplosione con conseguente incendio nella sala macchine della motonave Stevia, battente bandiera mongola e ormeggiata alla banchina Portorosega.
Nell’incidente sono rimasti ustionati tre membri dell’equipaggio: il primo si è tuffato in acqua, il secondo è stato portato sotto coperta dalla squadra antincendio di bordo, prontamente intervenuta, mentre il terzo è rimasto in sala macchine. L’esercitazione è stata predisposta per prendere familiarità con il piano locale antincendio e antinquinamento e con le procedure di soccorso per il recupero degli infortunati.
La Sala Operativa della Capitaneria, a capo delle operazioni, ha quindi assunto assetto d’emergenza e ha immediatamente inviato sul posto i Vigili del Fuoco, il personale del 118, personale e mezzi nautici della Guardia Costiera, oltre a rimorchiatori, piloti e ormeggiatori portuali. L’uomo in mare è stato recuperato dalla motovedetta della Guardia Costiera CP 881 che lo ha poi affidato alle cure del personale sanitario della Sores (sala operativa regionale sanitaria).
Dopo pochi minuti è giunto sul luogo dell’incidente anche l’elisoccorso regionale. Il personale dei pompieri è invece intervenuto direttamente in sala macchine e, insieme alla squadra antincendio di bordo, in 20 minuti ha domato l’incendio. Per spegnere le fiamme è stato disposto anche l’intervento dei rimorchiatori portuali della Società Ocean, che hanno attivato il sistema antincendio di bordo (fire-fighting) per raffreddare le paratie della nave.
Ultimate le operazioni antincendio, i Vigili del Fuoco e il personale sanitario hanno assistito e portato a terra i due membri dell’equipaggio ustionati a bordo della nave. Erano pronti a intervenire anche i piloti e gli ormeggiatori per eventuali manovre di disormeggio della nave incendiata o di altre imbarcazioni limitrofe. L’incendio ha inoltre provocato il riversamento in acqua di 10 metri cubi di idrocarburi che si è esteso in tutto il porto. È stato perciò necessario bonificare l’area attraverso l’impiego di mezzi altamente specializzati, in particolare il SN “Spiga” della Società Castalia, convenzionata con il Ministero dell’Ambiente, e il SN “San Giusto” della Società Ocean, concessionaria del servizio antinquinamento in ambito portuale.
Sotto il profilo della sicurezza, è stato ipotizzato che lo scoppio dal quale è divampato l’incendio derivasse da un ordigno artigianale posizionato in sala macchine da un membro dell’equipaggio. Sono state quindi necessarie anche le operazioni di antiterrorismo, condotte dalla Polizia di Stato, che hanno portato al disinnesco di un secondo ordigno e alla cattura del terrorista.
L’esercitazione ha confermato il funzionamento dell’organizzazione e delle procedure di pronto intervento, l’elevato grado di preparazione e addestramento del personale, tempi di reazione veloci e comunicazioni di emergenza tempestive ed efficaci.