Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato di Gorizia ha applicato per la prima volta il Daspo sportivo per fatti avvenuti in un contesto diverso rispetto a quello di riferimento. Il provvedimento è stato infatti disposto nei confronti di uno dei manifestanti, scesi in piazza Vittoria, a fine ottobre, nel corso della manifestazioni contro le chiusure disposte dai Dpcm.
La sua condotta ha evidenziato un’indubbia pericolosità sociale, che rischiava di far degenerare un evento che, fino a quel momento, si era svolto in maniera pacifica. L’uomo, infatti, aveva accesso una torcia di segnalazione nautica fra i manifestanti.
Il Daspo come divieto di accedere a manifestazioni sportive è stato introdotto nel 1989, per arginare il fenomeno della violenza negli stadi. È un provvedimento del Questore che punta a inibire l’accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive e ai luoghi interessati al transito e alla sosta dei partecipanti, a soggetti pericolosi (maggiorenni o minorenni), per una durata che va da uno a cinque anni.
Si applica a persone denunciate o condannate negli ultimi cinque anni per determinati reati (come porto abusivo d’armi o altri oggetti atti ad offendere, uso di caschi protettivi o altro mezzo che renda difficoltoso il riconoscimento della persona) e a chi, sulla base di elementi di fatto, ha partecipato singolarmente o in gruppo a episodi di violenza legati a eventi sportivi.
Nel corso degli anni, il legislatore ha inteso ampliare il novero di soggetti destinatari del provvedimento, introducendo diverse tipologie di reati ma anche di estendere la sua portata ad altri ambiti diversi dalle manifestazioni sportive. Dal 2019, è stata estesa l’applicabilità del Daspo anche se il fatto non è stato commesso in occasione o a causa di manifestazioni sportive.