Ogni livello istituzionale – comuni, regione, stato centrale – deve assumersi le proprie responsabilità per far fronte all’emergenza profughi: in un momento in cui gli appelli alla solidarietà e all’accoglienza diffusa si scontrano con il disagio sociale e con la preoccupazione dei cittadini, Anci FVG e Caritas diocesane chiedono alla regione di intervenire decisamente presso lo stato affinchè l’emergenza sia gestita in modo strutturale e organizzato contribuendo così a diminuire l’allarme sociale e utilizzare meglio strutture e risorse economiche.
“Il nostro territorio è porta d’ingresso per chi entra direttamente via terra da nord e da est e in più deve accogliere chi giunge dal mare in altre regioni: in questo quadro diventa difficile gestire l’accoglienza se non c’è sinergia tra le amministrazioni – spiega Paolo Zenarolla, Vice Presidente della Caritas diocesana di Udine.
Non c’è dubbio per Anci e Caritas diocesane che debba essere la regione a farsi carico del coordinamento perché ha i mezzi e la funzione politica per farlo: non possono essere solo i comuni o le associazioni di volontariato.
“Sulla base della difficile situazione esposta da tutti i sindaci presenti, Anci chiederà un incontro alla Presidente Serracchiani per illustrare le istanze dei comuni, in particolare quelli di confine e quelli che affrontano maggiormente l’emergenza come Udine, Trieste, Gorizia e Tarvisio” ha dichiarato il presidente di Anci Mario Pezzetta a conclusione del comitato esecutivo.
In particolare Anci chiederà alla Regione di intervenire decisamente sullo stato affinchè:
– anche i confini con la Slovenia, dopo l’accordo con le autorità austriache, vengano vigilati;
– siano rese disponibili le strutture abitabili del demanio militare e civile (caserme, etc.) come hub di prima accoglienza facendo presente che gli ospiti di tali strutture non potranno sommarsi a quelli accolti dai comuni;
– si abbrevino i tempi per il rilascio dei documenti ai migranti che, diversamente dal resto d’Europa, ora richiedono minimo 12 mesi prolungando così la loro permanenza sul territori
– si eviti la sovrapposizione tra l’accoglienza organizzata dai singoli comuni e quella imposta dalle prefetture
– si impegni con lo Stato a mantenere la percentuale già fissata del rapporto tra popolazione e migranti ora al 2% e ad una più equa distribuzione degli stessi fra tutte le regioni.
Anci da parte sua si impegna a riunire i sindaci che presiedono gli ambiti socio assistenziali di tutta la regione insieme alla Caritas e ad altre associazioni di volontariato rappresentative, al fine di verificare concretamente la disponibilità di strutture abitative idonee come segno di solidarietà nei confronti dei comuni che ora sostengono il peso maggiore dell’emergenza.
Anci e Caritas diocesana si sono impegnati reciprocamente a condividere misure di accoglienza concretamente sostenibili e il meno impattanti possibile sulle comunità locali, azioni strutturate e non dettate da logiche emergenziali contingenti che provocano allarme nei cittadini.
Oltre al presidente Mario Pezzetta, sono intervenuti Renzo Francesconi, Laura Famulari, Renato Carlantoni, Antonella Nonino, Elena Cecotti, Fabio Gentile, Lavinia Clarotto, Roberto Ceraolo.