Il sapore dell’acqua del Friuli Venezia Giulia è decisamente diventato molto salato nell’ultimo decennio. A dirlo, è l’indagine svolta dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che a marzo di quest’anno ha fatto il punto sul servizio idrico integrato per uso domestico in Italia. In esame, quattro voci: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa (o ex nolo contatori). Un’indagine realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2015, ha messo in evidenza costi e aumenti dell’oro blu. Dallo studio effettuato si ricava un costo prezzo dell’acqua di 0,997 euro al metro cubo (+6,7% rispetto al 2014 e +54,1% rispetto al 2007), seguito dal canone di depurazione e fognatura con 0,796 euro al metro cubo (+4,5% rispetto al 2014 e + 66,5% rispetto al 2007), e dalla quota fissa che ha un costo medio di 30 euro/annui (+7,1% rispetto al 2014 e +76,5% rispetto al 2007).
I dati raccolti sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua e sono comprensivi di Iva al 10%. In media, in un anno la spesa è di 376 euro per il servizio idrico integrato, con un aumento del 5,9% rispetto a quella sostenuta nel corso del 2014 e un balzo del 61,4% in confronto al 2007. Le tariffe variano, ovviamente, a seconda dell’area territoriale di riferimento. Le regioni centrali si contraddistinguono in media per le più elevate tariffe applicate al servizio idrico integrato con 511 euro annuali.
Acqua sempre più salata: in dieci anni è raddoppiata
Dal 2007 il costo per il servizio idrico integrato è lievitato: Trieste la più cara, a Pordenone aumenti del 110%. Gorizia ha la quota fissa maggiore d’Italia.
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