Si è spento il partigiano Aldo Giassi, nato a Udine il 2 gennaio 1925. A darne notizia l’Anpi Milano che ricorda: “Con il nome di battaglia “Milan”, aveva combattuto nella 51a Brigata Garibaldi. Il padre Giuseppe aveva quattro figli e faceva il ferroviere. Portò la famiglia a Milano nel 1938, nell’abitazione di via Aselli”.
“Aldo nel 1943 aveva 18 anni e lavorava come aggiustatore meccanico di aeroplani da guerra nella fabbrica Caproni di Taliedo. Per aver aderito a uno sciopero in quella nella fabbrica, fu imprigionato per sei mesi. Uscito di prigione, fu portato presso la caserma di Corso Italia, dove venne arruolato nella FLAK, l’artiglieria antiaerea della Repubblica Sociale d’Italia. Durante un trasferimento da Arezzo a Lucca, Aldo riuscì a disertare per dirigersi a Pavullo nel Frignano, dove avrà i primi contatti con le forze partigiane. Da lì andò a Montefiorino e dopo quindici giorni si spostò nuovamente per raggiungere Varzi ed il Passo del Brallo, dove c’era un forte nucleo di partigiani”.
“I partigiani venivano ospitati al Brallo nelle povere case dei contadini che davano loro da mangiare e da dormire, ma che quando venivano scoperti, le loro case venivano date alle fiamme. Molti contadini furono uccisi e molte donne stuprate dai temibili mongoli, una squadra di circa 50-60 soldati catturati sul fronte russo che avevano deciso di aderire al nazismo. Milan combatté contro i nazisti a Pietragavina, Brallo, Montepenice e Varzi. Aldo ricorda che per rappresaglia i nazisti bruciarono l’Albergo Appenninico Pavese di Varzi che ospitava molti partigiani. Gran parte di Varzi e delle case nei dintorni furono anch’esse bruciate. Aldo poi venne imprigionato a Pavia e a Milano. Da Milano venne trasferito a Innsbruck con il rischio d’essere poi deportato nei lager nazisti. Le sue sorti furono fortunate, in quanto un austriaco lo aiutò a fuggire. Così Aldo tornò a Milano per il 25 aprile, qualche giorno prima dell’arrivo delle prime brigate partigiane dell’Oltrepò Pavese”.
“Nel dopoguerra Aldo lavora all’Atm e partecipa sempre alle cerimonie a ricordo del grande sciopero generale svoltosi a Milano nel marzo del 1944 che vide la città paralizzata dalla massiccia partecipazione dei tranvieri milanesi. Moltissimi pagarono con la deportazione nel lager di Mauthausen, dal quale non fecero ritorno. Nel 2016 ad Aldo è stata conferita la Medaglia di partigiano da parte del Ministero della Difesa”.
“L’ho incontrato per l’ultima volta in occasione della cerimonia del 10 agosto a ricordo dell’eccidio dei 15 Martiri di piazzale Loreto”, racconta Roberto Cenati, presidente Anpi provinciale di Milano. “Aldo, pur in precarie condizioni di salute, non ha voluto mancare a quell’appuntamento. Molto spesso Aldo diceva che il nostro Paese non gli piaceva per il troppo egoismo e per l’indifferenza. Ai familiari esprimo anche a nome dell’Anpi Provinciale di Milano commossa e affettuosa vicinanza”.