Per un Paese con uno degli indici di natalità più bassi al mondo, l’adozione parrebbe essere una scelta da sostenere. E, invece, i genitori adottivi italiani devono fare i conti con una trafila burocratica e con costi decisamente impegnativi.
Questo spiega in parte come mai, negli ultimi anni, le dichiarazioni di disponibilità all’adozione internazionale siano calate, mentre sono aumentate quelle nazionali. La nostra regione non fa eccezione: nell’anno giudiziario 2011-2012 a Trieste sono state presentate 148 dichiarazioni di disponibilità all’adozione internazionale e 222 in quella nazionale, mentre nell’anno 2014-2015 le dichiarazioni sono state rispettivamente 117 e 284.
Tante scartoffie
Proviamo per prima cosa a fornire alcuni chiarimenti sulle voci ricorrenti in materia di adozione. Partiamo da quella che riguarda le difficoltà e la lunghezza dell’iter burocratico. Da quando si decide di avviare le pratiche per ottenere il decreto che dichiara idonea la coppia, passa non meno di un anno, durante il quale ci sono molte scartoffie da compilare e vari passaggi formali. L’attesa però non è finita. Nel caso dell’adozione nazionale bisogna attendere la chiamata del tribunal se e quando sarà disponibile un minore dichiarato adottabile.
Nel caso invece dell’adozione internazionale, entro un anno dall’ottenimento del decreto bisogna dare a un ente autorizzato il mandato. Il problema è che, una volta individuato un Paese estero nel quale adottare, la coppia deve trovare un ente che sia disponibile a ricevere il mandato, cosa non sempre possibile perché ce ne sono già molte in lista di attesa, oltre al fatto che molte nazioni bloccano le adozioni internazionali o fissano nuove regole che complicano non poco le pratiche. Se però tutto va bene, è bene sapere che l’abbinamento tra la coppia e il minore non è scontato e che le procedure in molti Paesi sono, se possibile, più lunghe e farraginose di quelle previste in Italia. Inoltre, la coppia che fissa criteri molto rigidi sull’età del minore o sul suo stato di salute, finirà inevitabilmente per dilatare l’attesa, sperando naturalmente che non ci siano contrattempi come accaduto in Congo. Insomma, dalla firma della prima carta all’arrivo del bimbo possono passare anche oltre 5 anni.
A caro prezzo
I costi dell’adozione, sono praticamente nulli nel caso di quella nazionale, mentre sono variabili, ma comunque piuttosto impegnativi per quella internazionale. Oltre ai costi prefissati dall’ente autorizzato, bisogna mettere in conto quelli per le pratiche all’estero, molto variabili e le spese necessarie per trasferimento, vitto e alloggio nel Paese estero. Va sottolineato che in alcuni Paesi i tempi di permanenza richiesti ai genitori possono essere piuttosto lunghi e tali da creare non pochi problemi, in termini di esborso economico e di assenza dal posto di lavoro, complicando ulteriormente la situazione.
In pratica, i costi per l’adozione internazionale variano tra i 15 e i 30mila euro. Ciò spiega come mai più di qualche coppia decida di ricorrere al prestito in banca, salvo poi tentare di ottenere un parziale rimborso grazie al fondo nazionale (che però pare sia vuoto) e alla legge regionale che permette di recuperare fino al 70% delle spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute all’estero, oltre naturalmente alla deduzione dei costi sostenuti, fino al 50% nella dichiarazione dei redditi.