Vetrine sempre più vuote e affitti in picchiata. E’ la cruda realtà delle cifre sull’andamento dei canoni di affitto, che rivela un tracollo impensabile solo tre o quattro anni fa, quando i proprietari mantenevano pretese elevate a fronte dei primi evidenti segnali di resa del commercio nei centri storici.
I prezzi per i nuovi affitti sono collassati, in molti casi dimezzati rispetto al periodo ante crisi. Anche per i contratti in corso, molti proprietari hanno deciso di andare incontro alle richieste degli affittuari, riconoscendo un lauto sconto sul canone.
Nel caso di Udine, come ci ha confermato Lino Domini, presidente della Fimaa-Confcommercio (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) di Udine, l’intero centro sta soffrendo, ma via Poscolle appare quella in maggiore difficoltà. La percentuale di negozi chiusi in via Aquileia è minore, ma ciò nonostante si registra quasi il 10% dei negozi sfitti. Molto dipende dalla transitabilità, dalla tipologia merceologica proposta e, ovviamente, dalla posizione del singolo negozio, ma è evidente il calo degli affitti già in corso con riduzioni tra il 5 e il 20%, percentuale che può sfiorare il 50% per i locali sfitti nei casi più difficili. I prezzi attuali oscillano tra i 10 e i 20 euro al metro quadrato al mese, a seconda della metratura, della posizione, della conservazione dell’immobile e di altri fattori.
Sconti ai negozianti
Non fa eccezione il Pordenonese, dove l’andamento del mercato è se possibile ancora più statico: “I prezzi dei borsini – conferma Maria Grazia Lozzer, presidente Fimaa-Confcommercio di Pordenone – stanno scendendo perché ormai molti proprietari riducono gli affitti in corso pur di tenersi il negoziante che ha dimostrato di essere serio e affidabile. Ora i prezzi medi al metro quadrato oscillano tra i 15 e i 40 euro al mese. A Pordenone il maggior numero di vetrine vuote si registra nei corsi Vittorio Emanuele e Garibaldi”.
Del tutto simile anche la situazione nell’Isontino, dove tuttavia esistono due realtà sostanzialmente diverse: “Nel caso di Monfalcone – spiega Fabio Ferragamo, presidente Fimaa di Gorizia – il mercato appare più vitale, mentre a Gorizia segna il passo e i negozi vuoti in corso Italia e corso Verdi sono davvero numeorsi, col risultato che i proprietari stanno riducendo i prezzi pur di non tenere vuoto il locale, vista anche la pressione fiscale molto elevata, con un calo delle quotazioni che sfiora il 50%, dato che siamo passati dai 12-15 euro di un tempio ai 6-8 euro attuali”.
Così le vetrine riaprono in centro
Siglato tra Confcommercio e Anci un protocollo di intesa per la promozione della riqualificazione e della rigenerazione sociale ed economica delle aree urbane. Il ciclo economico depressivo degli ultimi anni ha impoverito le città e reso necessarie azioni per aumentare la loro attrattività con effetti benefici su vivibilità dei luoghi, occupazione e qualità dello spazio pubblico.
Confcommercio e Anci hanno così avanzato una proposta di riforma legislativa sulle locazioni commerciali che consenta ai proprietari di immobili di usufruire della cedolare secca come già avviene per i contratti agevolati (10%) nel caso affittino i negozi ad attività merceologicamente assenti, individuate dalle amministrazioni comunali e riducano considerevolmente i canoni di locazione rispetto a quelli di mercato correnti.