In piazza per Nino Di Matteo. Il gruppo udinese ‘Emanuela Loi’ del movimento Agende Rosse (il nome deriva dall’agenda di Paolo Borsellino, scomparsa dopo l’attentato di via d’Amelio) ha manifestato questa mattina in piazza libertà per sensibilizzare la popolazione sulla vicenda del magistrato antimafia e presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Palermo.
“Il problema – spiega il coordinatore del gruppo, Andrea Del Zozzo – è che Di Matteo, ‘condannato a morte’ in passato da Totò Riina, attende da un anno e mezzo che gli si dato un bomb jammer, come promessogli in passato dal ministro Alfano. Si tratta di un dispositivo che blocca le frequenze radio e, quindi, impedisce ai telecomandi di funzionare. Ciò consente di impedire l’attivazione a distanza degli ordigni esplosivi, come è successo nell’attentato a Giovanni Falcone. Quella del bomb jammer è una tecnologia abbastanza comune, utilizzata già in diversi casi. In seconda battuta, vogliamo sapere perché a Di Matteo, a fronte di un curriculum ineccepibile, è stato negato dal Csm l’ingresso nella Dia. A lui sono state preferite persone con curriculum meno performanti. Oggi Di Matteo, primo magistrato nel processo sulla trattativa Stato-Cosa Nostra, opera isolato a Palermo e a lui sono affidati casi meno importanti di quelli di ordinaria amministrazione”.
Del Zozzo ha annunciato anche un importante incontro che si terrà il 5 giugno alla Casa della Gioventù di Buja. “In quella data – dice il coordinatore – sarà proiettato il film ‘La Trattativa’ e successivamente ci sarà l’incontro con Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e leader di Agende Rosse, Giorgio Bongiovanni, direttore di Antimafia 2000, ed Enzo Guidotto, presidente dell’Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso”.