La rivoluzione legata al passaggio dalla tv analogica a quella digitale, compiuta nel 2010, piace ai friulani, ma c’è ancora molta strada da percorrere per sfruttare le potenzialità di questa nuova tecnologia.
Lo conferma una ricerca condotta da Informest, in collaborazione con il Laboratorio di ricerca economica e manageriale dell’Università di Udine, nell’ambito del progetto comunitario “Digi.tv”.
Dalla studio effettuato su un campione di oltre 700 intervistati – conferma Luca G. Brusati, coordinatore scientifico del Laboratorio – emerge che il passaggio dall’analogico al digitale è giudicato positivamente dalla maggioranza degli utenti e che il 39 per cento giudica come abbastanza utili le innovazioni introdotte dal nuovo sistema.
Il cambiamento nell’offerta, tuttavia, non è stato molto evidente, anche se cominciano ad emergere nuove proposte: servirà ancora del tempo per sfruttare a fondo tutte le potenzialità connesse al digitale, che si tratti di servizi interattivi, di informazioni o di altre possibilità.
L’imbarazzo della scelta
Lo studio, presentato di recente a Trieste, oltre a compiere un’accurata valutazione sulla situazione dele emittenti locali, fornisce una lettura molto interessante sulle abitudini degli spettatori: il 56,6 per cento guarda la televisione da una a tre ore al giorno, ma quasi la metà (46,3 per cento) sceglie al massimo tre canali, mentre i patiti dello zapping, con sei o più canali guardati con regolarità, sono il 16,4 per cento.
Il 58,3 per cento degli spettatori non ha mutato abitudini dopo lo switch-off, cui fa da contraltare un 38 per cento che guarda più canali. dopo la transizione al digitale.
Poca interazione
Aumenta la fruizione di canali tematici da parte del 44,2 per cento degli intervistati, ma sono pochissimi quelli che interagiscono esprimendo opinioni o che leggono le informazioni sui programmi.
La ricerca pare dunque dimostrare che i friulani sono molto abitudinari e poco informati sulle reali potenzialità del digitale, ma la richiesta di canali tematici, cresce a discapito della Tv generalista e questo trend potrebbe modificare sostanzialmente il modo di guardare i programmi.
Tgr da 400 mila euro l’anno
Per quale ragione l’Amministrazione regionale ha speso circa un milione di euro, e ne spenderà almeno 400 mila all’anno, per garantire un servizio che era, di fatto, già compreso negli accordi sulla Tv transfrontaliera, almeno per quanto riguarda la possibilità di ricevere il Tgr Fvg delle 14?
E’ questa la domanda che il consigliere Piero Colussi (Cittadini-Libertà civica) pone al Governatore Renzo Tondo nell’interpellanza presentata il 19 febbraio, per chiedere chiarimenti sulla convenzione stipulata dalla Regione con la Rai per garantire la visione delle due edizioni del telegiornale regionale a poco più di 3 mila famiglie in montagna.
“Mi domando – spiega Colussi – se la Giunta sappia che in base all’accordo sulla televisione Transfrontaliera vigente dal 1999, Tv Capodistria ritrasmette in diretta il Tgr delle 14 e, in differita, a chiusura dei programmi, il Tg in lingua slovena e che il segnale di Tv Capodistria è trasmesso anche via satellite”.
I dubbi di Colussi sono innescati dalla scelta tecnica imboccata per risolvere il problema della copertura del segnale nelle valli: l’esecutivo ha pensato di servirsi della piattaforma satellitare TvSat, società partecipata da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media. Eppure, sottolinea Colussi, le alternative c’erano. Le ipotesi: rafforzare le infrastrutture esistenti o, per sfruttare il web, attendere la futura banda larga.
3 marzo 2013