Giovedì 14 ottobre inizia il processo per la morte di Giulio Regeni, rapito, torturato e ucciso nel febbraio 2016 al Cairo. In aula non saranno presenti gli imputati, il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, ovvero i quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio del ricercatore friulano.
Nella prima udienza, davanti alla terza Corte d’Assise, sarà subito affrontato il nodo della loro assenza. I giudici dovranno valutare, così come già fatto dal gup nell’ambito dell’udienza preliminare, se la sottrazione degli imputati dal procedimento sia stata volontaria. Il processo potrebbe andare avanti con i quattro ‘in contumacia’, oppure i giudici potrebbero chiedere una sospensione.
Il Gup, nel decidere per il rinvio a giudizio, aveva sostenuto che “la copertura mediatica capillare e straordinaria ha fatto assurgere la notizia della pendenza del processo a fatto notorio”. La Procura di Roma contesta i reati di sequestro di persona pluriaggravato e, nei confronti di un imputato, anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato.
A quanto si apprende il Governo intende costituirsi parte civile nel procedimento.
Nella lista dei testi presentata dai genitori di Giulio, Claudio Regeni e Paola Deffendi, che saranno presenti in aula assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini, sono stati inseriti anche i nomi degli ex presidenti del Consiglio che si sono succeduti in Italia dal 2016 – Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e Mario Draghi – oltre ai ministri degli Esteri e ai sottosegretari con la delega ai servizi segreti.
“C’è grande attesa anche in casa della Cisl Fvg per l’udienza, prevista per domani, dinnanzi alla Corte d’Assise e che riguarda i quattro egiziani accusati della morte di Giulio Regeni”, commenta il segretario generale Alberto Monticco. Il processo che riguarda la vicenda di Regeni tiene alta l’attenzione anche del Sindacato che, oggi, in segno di vicinanza alla famiglia, issa, ancora una volta, sulla facciata principale della sua sede di Trieste, lo striscione giallo dedicato al ricercatore friulano.
“Confidiamo che il processo di domani possa segnare un punto di svolta per fare giustizia su una vicenda vergognosa. Una giustizia che il giovane Giulio e tutta la sua famiglia meritano ormai da troppo tempo. Come Cisl Fvg continueremo a farci portavoce di questa istanza”, conclude Monticco.