Vista la portata delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Valentina Bossi, e il numero di soggetti coinvolti nella appaltopoli scoperta e dagli uomini della Guardia di finanza, è verosimile attendersi che nelle prossime settimane l’elenco degli indagati si riveli particolarmente lungo. Di certo però ci sono già i primi nomi e sono di quelli che contano. Parliamo di Paolo Pizzarotti, in qualità di presidente del Cda dell’Impresa Pizzarotti & C., di Enrico Razzini, direttore dell’Area operativa di Autovie Venete indagato in quanto Responsabile unico del procedimento e Marco de Eccher, in qualità di presidente del Cda della Rizzani de Eccher Spa.
Il decreto di perquisizione afferma che gli indagati “turbavano la gara indetta dal Commissario delegato per l’emergenza della mobilità riguardante la A4 (tratto Venezia-Trieste) e il raccordo Villesse-Gorizia”. Parliamo ovviamente dei lavori per la terza corsia, in particolare quelli del secondo lotto, tra San Donà di Piave e lo svincolo di Alvisopoli aggiudicato il 27 dicembre del 2017 con un appalto da oltre 106 milioni di euro alla Pizzarotti, in associazione temporanea di imprese assieme alla Saicam di Venezia e alla Rizzani de Eccher.
Dai decreti di perquisizione a carico degli indagati firmati dalla Procura goriziana emergono, per altro, particolari interessanti, come il sequestro di documenti, dati digitali, messaggi di posta elettronica, conversazioni su whatsapp e tutti i dati memorizzati su computer, telefoni e altri supporti informatici.
I 400 finanzieri che mercoledì 21 novembre hanno compiuto le perquisizioni in concomitanza con il lavoro di altri 200 colleghi sparsi in mezza Italia, hanno accumulato una quantità enorme di informazioni. E’ possibile che perfino i lavori di rifacimento della piazzale dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari oggetto pure dell’inchiesta, si rivelino ben poca cosa di fronte all’abitudine di realizzare i manufatti in maniera tale, come ha sottolineato il Procuratore capo di Gorizia, Massimo Lia, da costringere gli enti appaltanti a rimettere mano al portafoglio per rimettere a posto le opere.