Quella che sta per arrivare sulle nostre strade è una vera e propria rivoluzione copernicana, e non parliamo solo del tipo di vetture, ma pure di come saranno utilizzate. Parliamo del progetto europeo Noemix, finanziato dal programma Horizon 2020, che farà della nostra regione un caso pilota tra le amministrazioni pubbliche europee. Perché non soltanto le vetture attuali saranno sostituite con altre totalmente elettriche, ma anche in quanto le stesse vetture saranno gestite in maniera tale da ottimizzare al massimo il loro impiego.
Come evidenziato infatti dallo studio condotto dal Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dall’Università di Trieste, nell’ambito del progetto Noemix, l’attuale flotta di veicoli degli enti regionali – in tutto 2.300 vetture per il trasporto di persone e a uso promiscuo, di cui 1.130 in uso presso gli enti sanitari, 364 nei Comuni capoluogo, 354 nei Comuni medio-piccoli e 501 usati da altri enti – è vetusta.
Il 59.1% dei veicoli presi in considerazione ha più di 10 anni di vita (di questi il 26.3% va oltre i 15 anni), mentre solo il 13.1% ha meno di 4. Sempre secondo lo studio, la maggior parte dei veicoli (il 77.1%) è alimentata a benzina, con punte dell’80% se si considerano anche i veicoli ibridi a doppia alimentazione benzina/Gpl e benzina/metano. Poco meno di un quinto (18.2%) sono quelli alimentati a diesel, mentre mancano completamente i veicoli alimentati solo a metano. Le auto elettriche, invece, sono appena 15 con il primato del Comune di Udine che ne ha 8, alle quali vanno aggiunte altre 6 del Comune di Pordenone e 1 è presa a noleggio da Area Science Park.
Auto piuttosto vecchie e pure sotto utilizzate, visto lo studio che ha coinvolto circa 80 enti evidenzia come una quota importante di veicoli abbia una percorrenza limitata: il 75% di auto, infatti, percorre meno di 50 chilometri al giorno, e di questi il 40% non supera 25 chilometri. Di fatto, secondo lo studio più del 96% dei veicoli ha percorrenze giornaliere ampiamente compatibili con le attuali autonomie dei veicoli elettrici.
In pratica il progetto Noemix punta a sostituire una parte consistente dei veicoli ora alimentati da combustibili fossili con altri alimentati esclusivamente con energia elettrica. Partendo da criteri di valutazione come l’anzianità di servizio e il guadagno in termini ambientali, di comfort e sicurezza, i dati suggeriscono che potrebbe arrivare a circa un migliaio la quota di veicoli con motore a scoppio potenzialmente sostituibile con veicoli elettrici, mentre se si tiene conto del solo sottoutilizzo con un più adeguato sistema di gestione delle flotte, sarebbero circa 400 i veicoli che potrebbero essere dismessi.
Sbaglia chi immagina che le auto elettriche siano destinate semplicemente a soppiantare quelle ormai vecchie, perché a mutare sostanzialmente con questo progetto sarà anche il modo di utilizzarle. Non più veicoli assegnati a un ente specifico, ma mezzi che a seconda delle necessità e sulla base di un sistema in grado di tracciare l’utilizzo e la disponibilità della vettura saranno utilizzati nell’arco della giornata da diverse amministrazioni. E’ una sfida di non poco conto perché non soltanto si tratta di realizzare il software in grado di incrociare i dati delle varie amministrazioni e organizzare l’utilizzo del veicolo, ma bisognerà anche allestire una rete adeguata di colonnine di ricarica che nella nostra regione sono ancora molto poche.
Il progetto Noemix punta dunque su un modello innovativo di gestione della mobilità basato su noleggio e condivisione delle vetture, gestito da una collaborazione tra pubblico e privata. Si tratta dell’applicazione di un modello di affari tipico dell’economia circolare: l’acquisto di un servizio anziché del prodotto. In pratica il singolo ente pubblico prenderà a noleggio (forse leasing o altro) uno o più veicoli elettrici da società private e qualora l’auto sia utilizzata da altri enti sulla base di una prenotazione, provvederà a determinare la ripartizione dei costi un sistema di gestione e contabilizzazione capace di superare l’evidente complessità di mettere d’accordo tanti interlocutori che in certi casi hanno necessità divergenti.
Sarà necessario un cambio radicale di mentalità da parte dell’amministrazione stessa e dei suoi funzionari, perché non si tratta semplicemente di cambiare auto, ma di imparare a usarla condividendola, superando in tal senso non pochi ostacoli, prima di tutto di carattere culturale e solo dopo logistico.