Dopo il lungo iter amministrativo dei mesi scorsi, l’Atap ha ufficialmente un nuovo statuto. L’hanno votato a larghissima maggioranza i soci dell’azienda di trasporto pubblico pordenonese nel corso dell’assemblea straordinaria tenutasi nella sala conferenze dell’autoparco di via Prasecco. Presente l’86,39 per cento del capitale sociale, ha votato a favore l’86,36. Contrari soltanto alcuni ex dipendenti, detentori in tutto di 48 azioni (pari allo 0,002%), che hanno criticato in particolare la scelta di cancellare l’obbligo della maggioranza in mano pubblica e la possibilità di nomina di un amministratore unico.
NOVITA’. Queste le novità di maggiore rilievo tra quelle sottoposte al vaglio dell’assemblea. E’ stata soppressa la seconda parte dell’articolo 5 dello statuto che prevedeva espressamente che la quota di partecipazione degli enti pubblici soci non potesse essere in ogni caso inferiore al 51 per cento. L’Atap, società già a capitale misto, si apre dunque alla possibilità di un controllo privato. E’ stata inoltre approvata la modifica che introduce la possibilità di eleggere al posto dell’attuale consiglio d’amministrazione composto da 5 membri, un cda più snello con soltanto 3 componenti, se non addirittura un amministratore unico. In tutti gli organi sociali, a regime, sarà inoltre fatto obbligo di attribuire almeno un terzo della rappresentanza al genere, maschile o femminile, meno rappresentato.
ALTRE. Modifiche marginali riguardano la possibilità di gestire ora in proprio i corsi cqc per il conseguimento della carta di qualificazione del conducente, in scadenza ogni 5 anni, e l’introduzione nel proprio oggetto sociale di attività secondarie come la produzione di energia elettrica da fonti fotovoltaiche, che l’Atap già effettuava grazie ai pannelli di copertura installati sulla copertura degli uffici di via Prasecco, che ne garantiscono l’autosufficienza energetica.
COMMENTO. “Il consiglio d’amministrazione – ha commentato al termine dell’assemblea, il presidente Mauro Vagaggini – si è fatto portavoce delle istanze partite dai soci. Lo statuto, risalente al 1976, necessitava di essere aggiornato. Possibile maggioranza privata? Come ho già avuto modo di dichiarare – ha risposto Vagaggini – si tratta di una nuova opportunità e non certo di una strada obbligata. Saranno i soci a decidere”.