In merito al caso dei due bambini disabili allontanati dalla loro famiglia a Gorizia per ‘eccesso di cure’, il Comitato dei Cittadini per i diritti umani ha deciso di assistere i genitori nel predisporre un esposto sul neuropsichiatra dell’Aas Isontina che ha trasmesso alla Procura le sue valutazioni sulle condizioni di salute di questi due bambini, di 12 e sette anni, che abitavano con i genitori e sono stati affidati a una casa famiglia di Vigevano, dopo un provvedimento di allontanamento emesso dal Tribunale dei minori di Trieste.
L’esistenza della patologia genetica era stata certificata da strutture sanitarie di eccellenza, come il Besta di Milano e il Centro Regionale per le Malattie Rare di Udine e persino dalla commissione medica per l’invalidità (istituti che certamente basano le loro diagnosi su criteri oggettivi e scientifici). Secondo i genitori, però, questo psichiatra avrebbe sostenuto davanti al Tribunale che fossero i genitori stessi a ‘causare’ la patologia, accusandoli di essere affetti della Sindrome di Münchhausen. Si tratta di uno dei cosiddetti disturbi mentali – ve ne sono oltre 300 elencati in un apposito testo sacro – che, al contrario delle malattie vere, vengono diagnosticati in base a valutazioni soggettive e largamente arbitrarie.
“Non si tratta di un caso isolato. Le statistiche rivelano che solo il 20 per cento degli allontanamenti coatti sono motivati da assenza dei genitori (provvedimenti carcerari, morte di entrambi i genitori), maltrattamenti o abusi; mentre il rimanente 80 per cento circa avviene con la motivazione di inidoneità genitoriale (spesso riconducibile a sottostanti motivazioni di natura economica/abitativa o conflittualità genitoriale, ma non a reali abusi)”, si legge nella nota dell’associazione. “Questa motivazione ha aperto le porte a innumerevoli abusi. Infatti, tramite valutazioni – per loro stessa natura soggettive e opinabili – alcuni psichiatri e psicologi, indottrinati sul modello biologico della mente, possono indurre il Tribunale dei minori a prendere provvedimenti drastici e contrari al buon senso, allontanando i figli dai loro affetti”.
“L’attuale sistema di affidamento minorile vede rette che vanno dai 100 ai 400 euro al giorno per ogni bambino affidato a una casa famiglia, e questo spesso apre le porte a potenziali conflitti d’interesse per alcuni giudici onorari (psicologi, psichiatri) liberi d’indurre il tribunale a ordinare l’affido dei bambini nella casa famiglia di cui sono consulenti. Ci sono due bambini con una grave patologia che soffrono lontano dai genitori”, dichiara il Comitato dei Cittadini per i diritti umani. “Vogliamo vederci chiaro e riportare giustizia e verità a questi bambini, e continueremo a lottare per liberare i tribunali dall’influenza negativa di una pseudoscienza fondata sul modello biologico della mente, finché i giudici minorili non si saranno riappropriati del loro ruolo di periti dei periti”.