La discussione del bilancio di previsione 2013 ha animato gran parte dell’ultima seduta del Consiglio provinciale.
Quella di ieri è stata infatti l’ultima seduta per questa amministrazione che, nell’ambito della discussione del documento economico finanziario del 2013, ha tirato le somme sui 5 anni di mandato che si stanno per concludere.
La seduta, che si è aperta con i complimenti rivolti dal presidente del Consiglio Marco Quai, a nome di tutti i componenti del Consiglio, a Andrea Simone Lerussi neo dottore in giurisprudenza, ha preso il via con l’illustrazione da parte dei consiglieri proponenti degli emendamenti al bilancio.
Il primo, approvato poi all’unanimità, a firma di Daniele Moschioni (Lega Nord), ha l’obiettivo di inserire negli atti di bilancio l’acquisizione del finanziamento assegnato dalla Regione (un contributo decennale per complessivi 2 milioni di euro) e di assegnarlo alla realizzazione dell’intervento di adeguamento edile e impiantistico del Conservatorio statale Tomadini di Udine pari a un milione e 630 mila euro.
A firma del consigliere Matteo Piasente (Lega Nord) i successivi tre emendamenti: nel primo si prevede di confermare il finanziamento a favore della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine per la stagione teatrale 2013/2014 per complessivi 160 mila euro. Nel secondo Piasente ha proposto lo storno di 140 mila euro da destinare a sostegno dell’Università friulana in un momento di complessiva riduzione dei trasferimenti statali e regionali.
Con un ulteriore storno di fondi da un capitolo di spesa a un altro, il consigliere Piasente ha proposto anche di stanziare 100 mila euro per poter continuare nell’erogazione di contributi a soggetti privati per la sostituzione di generatori di calore. Tutti e tre gli emendamenti presentati dal consigliere Piasente sono stati approvati.
Approvato all’unanimità anche l’odg sul Patto di stabilità sottoscritto dai consiglieri Arnaldo Scarabelli, Erica Gonano, Massimiliano Verona, Maria Letizia Burtulo, Ermilio Taverna, Diego Travan, Giovanni Battista Polesello, Cristiano Shaurli, Renato Antonelli, Paola Schiratti e Massimo Peresson avente ad oggetto la richiesta di modifiche ai criteri di determinazione del saldo finanziario di competenza mista.
Come detto la discussione è stata focalizzata sul bilancio di previsione – che alla fine della discussione è stato approvato – e, più in generale, su quelli che sono stati gli obiettivi centrati dalla Giunta Fontanini. E se da un lato i rappresentanti dell’esecutivo hanno fatto il punto sull’operato degli ultimi 5 anni, quelli della minoranza hanno attaccato quelli che sono stati definiti i fallimenti di questa amministrazione. La replica finale al presidente Fontanini che, oltre a rimandare al mittente le accuse, ha lanciato le basi per quella che sarà la prossima campagna elettorale. «Come avete ascoltato – ha detto il presidente rivolgendosi ai componenti del consiglio – gli assessori hanno parlato dei loro referati, rispondendo bene alle sollecitazioni della minoranza. Siamo consapevoli che il momento è delicato: di crisi economica generale e dopo il taglio pesante che, per questo ente, ha superato il 20%. Nonostante ciò – ha rilevato Fontanini – siamo lo stesso riusciti a chiudere il bilancio, riuscendo a garantire i servizi ai cittadini. Il mio rammarico – ha proseguito – è per chi in questi mesi non ha aiutato il consiglio e il sottoscritto a difendere questo ente.
E mi rivolgo in particolare all’opposizione. Secondo me, avete utilizzato la stampa per demolire la Provincia non per aiutarla a crescere nei confronti dell’opinione pubblica. Opinione pubblica che è portata a semplificare: pare che se si chiudono le Province si risolvono tutti i problemi di questo Paese. I cittadini pensano che i politici siano tutti dei corrotti e dei privilegiati, che fanno le cose senza responsabilità. Un’immagine forte che si è tramutata in un consenso a un partito guidato da una persona che ha sempre fatto il comico. E che da comico ha sempre fatto i suoi comizi.
Che cosa significano frasi del tipo “Arrendetevi siete circondati”. Ma di cosa sta parlando? Vedere certe cose per me è veramente avvilente. Ma non voglio parlare di questo fenomeno ma del futuro di questa Provincia: io non ho mai difeso le Province, io ho sempre detto che 4 Province in Friuli Venezia Giulia sono troppe e che bisogna chiuderle. E ho indicato un percorso. La commissione regionale preposta ha redatto una proposta che è un disastro. Io sono convinto – ha ribadito Fontanini – che in questa piccola regione bisogna superare le Province anche in considerazione del fatto che la regione è composta da due grandi realtà il Friuli e la Venezia Giulia. C’è la presenza di un dualismo: bene, vogliamo permettere a una di queste due realtà di avere un ente che le possa rappresentare. È un anno che mi sto battendo per questo, ma – ha aggiunto – sono abbastanza isolato».
Il presidente guarda dunque al futuro, alla prossima legislatura che per la Provincia di Udine si aprirà dopo il 22 aprile: «Spero di dare un futuro al popolo che vive su questo territorio, che possa vere un ente che lo rappresenti. Per non andare – ha detto in friulano Fontanini – cul cjapiel in man a Triest a domandâ ce che nus spiete.
Spero – ha auspicato Fontanini – che il prossimo Consiglio regionale possa elaborare un progetto forte per la riforma degli enti di area vasta. Non ho nostalgie per quando questa Regione è stata governata dalla sinistra che, in quell’occasione, ha pensato bene di creare gli Aster: una proposta ridicola quella di smembrare le Province e di creare 10 Aster. Ma, a questo punto, saranno i cittadini a decidere, se passare a un’entità o all’altra. Si tratta comunque di un lavoro che va fatto perché la situazione non è procrastinabile».
Fontanini ha poi rilevato come, nel corso del suo mandato siano state compiute scelte: tante, coraggiose e necessarie quanto mal digerite che ne hanno diffuso l’impopolarità che hanno portato benefici oggettivi. «In questo periodo – ha detto Fontanini – mi sono preso accuse e ricatti dai dipendenti che non hanno digerito di venire a lavorare un pomeriggio in più».
Quanto ai futuri bilanci che dovrà affrontare chi amministrerà la Provincia, Fontanini è convinto che «che non si dovrà affrontare solo il taglio del 20% apportato a questo esercizio ma ci saranno ancora tagli stante il fatto che la crisi è ancora forte. L’avevo detto nel 2008 – ricorda il presidente –, avevo detto della crisi del manifatturiero, del fatto che non si poteva battere la concorrenza di quei paesi in cui la manodopera non ha diritti. E oggi quei lavoratori a bassissimo costo minano anche i nostri artigiani. La classe politica ad ogni livello – ha rimarcato Fontanini – è chiamata a difendere il nostro sistema produttivo, dovremo dare risposte.
Questo il quadro che lasciamo, questa la situazione che stiamo vivendo – ha concluso Fontanini –. E questo il mio obiettivo che spero di riproporre ovvero quello di creare un’area della Provincia del Friuli com’era 100 anni fa da queste parti, perché bisogna andare ad una razionalizzazione e ad un accorpamento. Speravo di trovare più alleati, non ne ho trovati. Adesso vedrò cosa ne pensano i cittadini».
28 febbraio 2013