Una chiamata disperata della mamma al numero unico di emergenza 112. Sono le 16 di ieri quando scatta l’allarme. Siamo in un’abitazione di un paese alle porte di Udine. La comunicazione è concitata, per certi tratti drammatica anche nei contenuti, sconvolgente.
L’operatore invia immediatamente i soccorsi. A chiedere aiuto è una madre per la sua bambina di soli sette mesi. La piccola sta male perché è rimasta sott’acqua nella vasca. Portata a Udine in ospedale, viene immediatamente sottoposta alle cure necessarie per salvarle la vita. I parametri vitali, nella notte, danno rassicurazioni. Non è chiaro, però, che tipo di danno possa avere subito in seguito alla carenza prolungata di ossigeno. I medici decidono per il trasferimento in ambulanza a Padova.
Del caso sono subito informati gli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato della Questura di Udine, che hanno avviato un’indagine.
Potrebbe trattarsi, infatti, non di un incidente domestico, ma di un episodio in cui potrebbero profilarsi delle responsabilità a carico della madre. E non in ordine a una mancata o scarsa sorveglianza. La donna, infatti, soffrirebbe di alcune problematiche comportamentali e sarebbe seguita da specialisti.
Il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, spiega come, in questa fase, sia necessario indagare a 360 gradi. Non si può escludere, infatti, un atto volontario da parte della donna.