Anche l’associazione ambientlaista Acqua sta dalla parte della bretella di Barbeano, la frazione di Spilimbergo, sulla quale spunta l’uscita della Cimpello-Sequals. A spiegare le ragioni del sì, è il presidente Renzo Bortolussi.”La stampa locale ha riportato la notizia che “presto” sarà “completata”, visto la copertura finanziaria, anche la bretella di Barbeano. La viabilità della strada regionale n° 177 pertanto continuerà quindi fino al ponte di Dignano, (Il passante di Dignano è già stato programmato). L’associazione che rappresento – dice – non solo è sempre stata favorevole a questa rete stradale, ma nel 2010 avevamo proposto un nuovo ponte sul Tagliamento per evitare l’intasamento dell’attuale viadotto. Al tempo l’A.C.Q.U.A. aveva promosso una conferenza dal titolo, TAGLIAMENTO: UNA SOLUZIONE PONTE. con gli Ing. Antonio Del Zotto, consulente per le Acque Pubbliche presso la Corte d’Appello di Venezia, e l’Ing. Idrogeologo G. P.Droli, i quali avevano prospettato una possibile soluzione, con riserva di verifica del costo dei progetti definitivi, stimati in ca. 55 milioni di Euro; con una traversa sottostante ondulata che avrebbe anche attenuato eventuali esondazioni, andando dunque incontro alle richieste di Latisana. Un manufatto con la doppia funzione di viabilità e di laminazione delle piene, così impegnando i 41 milioni di Euro ancora a disposizione della Regione sul capitolo sicurezza idraulica”.
“L’aggiunta dello sforzo economico avrebbe risolto capra e cavoli e associato alcuni fattori stimolanti di nuova concezione, con l’artificio idraulico della nuova opera, non solo uno sterile viadotto o traversa ma anche un’attrazione turistica assicurando, oltre la sicurezza delle comunità circostanti e a valle, pure il deflusso normale delle acque del fiume senza alcun impedimento o forzatura. Ricordiamo a questo punto che sin dal 10.12.2013 una sentenza della Suprema Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Avvocatura dello Stato contro le “casse d’espansione” nel fiume Tagliamento e che, la scorsa settimana, nella trasmissione di RAI 1 “Fuori luogo”, il geologo Mario Tozzi assieme a Mauro Grassi affermò, a ricordo dell’esondazione dell’Arno, che i fiumi provocano meno danni solo se lasciati in libertà, fatto empiricamente provato da una decina d’anni, sul teutonico fiume Isar. E’ arcinoto che mezzo secolo fa, a Latisana, la rottura dell’argine, ora diaframmato, è stata causata dalla diga d’acqua formatasi di fronte la città e provocata dall’onda di risalita proveniente dal mare, spinta dai venti di scirocco. Fatto accertato proprio dallo studio del latisanese Ivano De Marchi, (coccarda d’oro della città) che ne conferma cause e rimedi”, conclude Bortolussi.