Con l’approvazione del nuovo Piano faunistico regionale, non ci sono più alibi per risolvere il problema dei danni provocati dai cinghiali attraverso il loro abbattimento in deroga. Lo ha affermato il Consigliere regionale di Forza Italia Rodolfo Ziberna che chiede l’avvio di una campagna tanto più urgente dato che le somme a disposizione delle Province per gli indennizzi sono ormai terminati. In pratica, Ziberna chiede l’apertura della caccia per l’intero anno ai cinghiali e ritiene che l’unico modo per ridurre la loro popolazione sia il ricorso al fucile.
“Nel corso dell’ultimo anno – ha scritto in un comunicato Ziberna – avevo già rivolto diverse interrogazioni alla Giunta regionale per sensibilizzarla ed orientarla in ordine al grave problema dei danni provocati dalla fauna selvatica, in particolare dai cinghiali. Il problema della fauna selvatica, derivato dai danni provocati soprattutto dai cinghiali, si è fatto negli ultimi anni particolarmente grave a causa del grave rischio che corrono vigneti, culture, pascoli ma anche autovetture ed altri beni patrimoniali, cui si uniscono anche rischi per l’incolumità delle persone. Lo strumento più efficace che si può adottare, insieme ad altri, per far fronte a questo fenomeno è senza dubbio l’abbattimento in deroga, che viene disposto dalle Province”.
Ziberna ritiene non sufficienti e neppure affidabili altre opzioni: “ Ho letto con preoccupazione alcune proposte alternative all’abbattimento in deroga, strumento peraltro usato con estrema efficacia nella vicina Slovenia. Altri strumenti dissuasivi, quali le recinzioni metalliche elettrificate ed elettrosaldate o la sterilizzazione con pillole, sarebbero devastanti per l’ambiente o assai pericolose per l’uomo. Il problema ha ormai assunto proporzioni straordinarie, quindi servono misure straordinarie. In questa fase di crisi economica gli agricoltori sono costretti ad accollarsi costi aggiuntivi per ripristinare le colture rese inutilizzabili dall’attività di scavo dei cinghiali. Tutte le contromosse sono risultate inefficaci. Come se non bastasse, tutti gli indennizzi sono andati esauriti: la Provincia non riesce ad aiutare tutti i coltivatori vittime di devastazioni. I danni subiti dal settore agricolo nella fascia che va da Gorizia al Collio a causa delle incursioni di cinghiali soprattutto, ma anche di caprioli e cornacchie – ricorda Ziberna – hanno superato quota 250mila euro lo scorso anno. Sull’ordine dei 70 milioni di euro (dati Eurispes), invece, sono i danni stimati in ambito nazionale provocati dalla fauna selvatica. Senza azioni decise il fenomeno continuerà nel suo pericoloso trend di crescita derivato se non altro dalla grande fertilità e capacità riproduttiva del cinghiale, dalla sua grande capacità di adattamento di un habitat favorevole in termini climatici e di approvvigionamento di cibo, dalla sostanziale mancanza di nemici o elementi che possano fermarne la crescita”.
Caccia libera ai cinghiali
L'esempio da seguire per ridurre la popolazione di questi ungulati è la Slovenia
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