La rivolta dei sindaci di Palermo e Napoli contro la norma che impedisce di dare la residenza ai richiedenti asilo ha eco anche in regione, con il Pd che esprime solidarietà, diversi primi cittadini del centrosinistra che contestano la legge e qualcuno pronto a non applicarla.
Sono Leoluca Orlando e Luigi De Magistris a guidare la fronda dissidente dei sindaci che hanno deciso di sospendere l’applicazione del decreto sicurezza, andando allo scontro con il Governo e con il ministro dell’Interno Salvini in particolare.
In Friuli Venezia Giulia sta valutando di seguire l’esempio di Palermo e Napoli il sindaco di Palmanova, Francesco Martines. “Quello di Orlando è un atto politico molto forte per denunciare una legge incostituzionale in alcune sue parti e che calpesta i principali diritti umani. Oltre tutto, genera più insicurezza di quella che dice di combattere – afferma -. Mi auguro che l’ANCI nazionale apra un tavolo di discussione per rivedere questa norma. Se il contrasto fra Sindaco e Stato aprirà un contenzioso che porti a sollevare l’incostituzionalità di alcune parti della legge, ben venga il gesto di Orlando”.
Martines si spinge oltre. “Studierò bene la legge e il provvedimento del sindaco di Palermo. Se ci saranno gli estremi e se così facendo non creerò problemi ai responsabili del servizio anagrafe non applicherò l’articolo 13 della legge 132 quello che definisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo non sia più sufficiente per iscriversi all’anagrafe e risiedere nel comune. Ritengo giustificata la disobbedienza civile in casi in cui per ragioni politiche si violino diritti sanciti dalla Costituzione. Palmanova – chiosa Martines – rimane un a città accogliente che guarda ai diritti delle persone indipendentemente dalla loro provenienza.
Critico ma più prudente è il sindaco di Tavagnacco, Gianluca Maiarelli. “Credo che la legge vada sempre rispettata, così come ritengo doveroso mettere in evidenza i problemi che le norme comportano. E’ chiaro – afferma – che l’applicazione del decreto sicurezza rischia di creare nelle nostre città delle zone grigie di invisibilità potenzialmente molto pericolose per le comunità. Difficilmente gli stranieri torneranno nel loro paese d’origine, più realisticamente resteranno sul territorio da invisibili, diventando facile preda della criminalità organizzata. Per Maiarelli si creeranno delle sacche di clandestinità che non genereranno sicurezza, anzi, si tradurranno in problemi che poi i territori saranno costretti a gestire”.
“Il Pd – fa poi sapere il segretario regionale del partito Cristiano Shaurli – è solidale con chi vorrà ricorrere alla giustizia per verificare se il decreto sicurezza è conforme al diritto europeo e alla Costituzione”.
Ai contestatori e in particolare ai sindaci dissidenti, il ministro Matteo Salvini ha lanciato un chiaro messaggio tramite Facebook: “La legge va rispettata: i primi cittadini che non sono d’accordo si dimettano”.