Ha destato molte polemiche la dura presa di posizione del parroco di Staranzano, don Francesco Maria Fragiacomo, che in un lungo scritto pubblicato sul bollettino parrocchiale ha chiesto la rimozione del capo scout del gruppo locale, reo di aver ufficializzato la propria omossessualità sposando dopo nove anni di fidanzamento il compagno e pertanto non più adatto al ruolo di educatore all’interno della comunità.
L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani del Fvg (Agesci), chiamata direttamente in causa, ha replicato sul profilo Facebook con queste parole che non lasciano spazio ad ulteriori polemiche.
“L’Agesci Fvg – si legge nel post – ribadisce la propria fiducia nella comunità capi del Gruppo di Staranzano, in provincia di Gorizia. L’Associazione sottolinea che il discernimento e la decisione in merito alle questioni educative sono in capo alla comunità educante che, sostenuta dalla Chiesa locale, confrontandosi con il Vescovo, saprà valutare ciò che deve essere fatto per il bene dei ragazzi che sono loro affidati avendo come riferimento il Patto Associativo e il Magistero della Chiesa, nel rispetto di tutte le persone coinvolte”.
Dibattito sui social e nasce l’hashtag #iostoconmarcoeluca
E proprio sui social in tanti hanno espresso parole di solidarietà e riconoscenza nei confronti del capo scout finito alla berlina, lanciando l’hashtag #iostoconmarcoeluca, altri invece si sono schierati con don Fragiacomo. Sul sito della parrocchia di Staranzano trovano voce le diverse correnti di pensiero. Don Fragiacomo secondo alcuni avrebbe “perso l’occasione per aprire le porte del Signore a tutti senza alcun discrimine“. Un altro utente scrive indignato che il parroco “è riuscito a umiliare quel povero capo scout dopo tutto quello che ha dato alla comunità. Un trattamento così neanche a un mafioso si riserva”. Altri si chiedono “se la relazione andava avanti da 9 anni, perchè la scomunica dal ruolo di capo scout avviene solo ora? (…) Un prete che reagisce ad una manifestazione d’amore con l’odio arretrato e bigotto e che ama stare sotto i riflettori non è degno di essere prete“. In tanti hanno condiviso l’hashtag #iostoconmarcoeluca commentando la vicenda: “La mia famiglia sta con Marco e Luca. Staranzano sta sicuramente con Marco e Luca. Probabilmente anche Dio sta con Marco e Luca”. La madre di una ragazza del gruppo scout in questione si chiede: “Se ora mia figlia vedrà allontanato il suo capo scout, che cosa dovrò dirle? Che i giovani tracciano vie per il futuro coraggiose, gli adulti fingono di porsi all’ascolto e alla prima occasione rinnegano quanto sembrava condiviso? È questo il messaggio educativo che si vuol dare?“.
“Loro non sono, e non saranno mai, soli, e la grande vicinanza della comunità in questi giorni l’ha dimostrato – scrive un altro utente -. Marco e luca hanno già vinto. E noi con loro“.
In una lettera aperta, Grazia di 16 anni scrive: “Tutta la comunità scout di Staranzano è con Marco ed è disposta a tirare fuori artigli e denti per proteggere Marco e il suo compagno“.
Ma c’è anche chi sostiene la posizione del parroco: “Per la dottrina cattolica si è comportato con coerenza”. E ancora: “Lo scout sarà accolto come educatore e solo forse più umanamente in altra associazione scoutistica non confessionale; con grande soddisfazione dei genitori dei ragazzi”, e chi sottolinea che “la coerenza con l’etica cattolica, soprattutto pe un educatore credente, non è un optional”.
Per concludere c’è chi cita papa Francesco, ricordando le parole del pontefice: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla?”.