“Un cantiere davvero infelice”. Pierenrico Scalettaris, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Udine, definisce così la ristrutturazione del palasport Carnera, la cui conclusione del quale sembra destinata a slittare ancora. L’impresa che sta effettuando i lavori, che avrebbero dovuto chiudersi il primo giugno, ha infatti chiesto una proroga di 60 giorni.
“L’edificio – dice Scalettaris – risale agli Anni ’60 e riserva continue sorprese: dai giunti e dai pannelli d’amianto alle condotte e ai serbatoi del vecchio impianto di riscaldamento da bonificare. Imprevisti che hanno determinato la concessione di altre tre proroghe (sia richieste dalla ditta, sia dovute alle varianti) sulla chiusura. Per quanto riguarda l’ultima richiesta, il responsabile unico del procedimento, vale a dire l’ingegnere Marco Disnan, farà le sue valutazioni e in autonomia deciderà sul merito, anche se la concessione potrebbe essere solo parziale. Tuttavia, siamo arrivati alle battute finali, tanto che è prossima l’installazione dei seggiolini sulle gradinate”.
E di sorprese, nel Carnera, ne sono state trovate molte, tanto che si potrebbe parlare a buon titolo di un vaso di Pandora scoperchiato: tubi rivestiti di amianto nella centrale termica, guarnizioni composte dello stesso materiale sotto le gradinate, controsoffitti da cambiare nelle vie di fuga (in caso di terremoto, c’era il rischio che finissero sulla testa degli spettatori), continue perdite nelle tubazioni dell’acqua. A ciò si sono aggiunte le cisterne del primo impianto di riscaldamento da bonificare e delle quali si era perso il ricordo (la cosa, però, non era a carico alla ditta incaricata, ma all’Amga), le prove di carico per la staticità del tetto e la pioggia continua di questi mesi. Infine, si è dovuto mettere mano anche ai sistemi di sicurezza (batterie delle lampade) a causa dei due anni d’inattività della struttura.
Scalettaris si dice sicuro della apertura dell’impianto per la prossima stagione della Gsa, ma non per gli Europei Under 16 di basket che si terranno in agosto, per i quali palazzo D’Aronco aveva dato la propria disponibilità. “I lavori – continua l’assessore – potrebbero essere completati in tempo, ma dobbiamo considerare i collaudi, mai fatti in passato, che non dipendono dall’amministrazione comunale. Non sarebbe corretto né assicurare l’utilizzo della struttura senza questa certezza, né fare pressioni su chi deve effettuare gli ultimi controlli”.
La ristrutturazione del Carnera è un’opera particolarmente sfortunata, che si è rivelata più lunga e impegnativa del previsto e sulla quale pende un contenzioso con la vecchia impresa, la Polese di Sacile, alla quale erano stati affidati i lavori nel lontano 2012. Nel 2015 è subentrata la Riccesi di Trieste, che avrebbe dovuto terminare la ristrutturazione entro l’anno scorso.