Una cinquantina di veicoli oggi sono partiti da Udine diretti verso Przemyśl, città polacca al confine con l’Ucraina che funge da prima linea di sicurezza per le persone in fuga dalla guerra. Da tutta la Penisola cittadini e volontari si sono dati appuntamento nel piazzale dello Stadio Friuli per unirsi al lungo viaggio che li porterà a caricare e trasportare in Italia circa 300 profughi, 30 dei quali troveranno accoglienza a Udine, come annunciato dallo stesso sindaco Pietro Fontanini, presente alla partenza assieme all’assessore alla sicurezza Alessandro Ciani.
L’iniziativa lanciata via social dalla trasmissione le Iene in appena due giorni ha trovato un riscontro immediato, tanto che alla trentina di mezzi preventivati, se ne sono aggiunti altri venti.
La ‘carovana della speranza’ sarà guidata dall’autista di una corriera proveniente da Bergamo, noleggiata da un’imprenditrice lombarda, anche lei in viaggio verso la Polonia accompagnata dalla figlia. Solo il loro bus potrà trasportare almeno 50 persone.
Il viaggio, coordinato dal conduttore Ismaele La Vardera, dalla troupe Mediaset e da alcuni volontari che hanno già affrontato altre ‘staffette’, sarà lungo e scandito da diverse soste per i rifornimenti, per le pause forzate, l’acquisto delle vignette e prevede anche un pernottamento a Varsavia. L’arrivo al confine dovrebbe avvenire domani mattina, il rientro domenica notte, imprevisti permettendo.
“Il Comune di Udine ha più di cento posti letto a disposizione per gli ucraini in fuga che non hanno appoggi cui affidarsi”, ha sottolineato il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, commosso e emozionato nel vedere partire dalla sua città un’iniziativa solidale di questa portata. “In Ucraina è in atto una guerra di distruzione, non di occupazione. Lì c’è il rischio di morire. Per questo dobbiamo accogliere e mettere a disposizione degli amici ucraini tutto quello che abbiamo e possiamo”.
“Un’iniziativa di solidarietà bellissima – ha aggiunto l’assessore Alessandro Ciani -. Un progetto partito dai social e dal basso, elemento che rappresenta bene il momento particolare che stiamo vivendo”.
All’appuntamento presenti anche diversi friulani che non hanno mancato di portare viveri e beni di prima necessità da caricare sui mezzi in partenza.
“Si tratta di un dovere morale e civico – ci ha raccontato un papà giunto da Salerno con moglie e figlia piccola al seguito -. Facciamo questo viaggio con il cuore pieno di gioia e siamo pronti ad ospitare a casa nostra alcuni rifugiati”.
“Lodevole questa iniziativa, ma adesso servirebbe strutturare meglio gli aiuti che arrivano in Polonia”, ci ha confidato Massimo, attivista udinese presente sul territorio polacco da 30 anni, appena rientrato dalle zone calde dell’accoglienza. “E’ una situazione unica. Una cosa mai successa prima dove si vedono arrivare dal confine solo donne e bambini. Adesso in Polonia mancano acqua, cucine da campo, tende, organizzazione. Servirebbe l’esercito per affrontare situazioni ed esodi di questo tipo, non volontari”.