“I governi di Slovenia e Croazia devono rendere pubblico lo studio dell’Istituto francese FRNS riguardante la sicurezza della centrale nucleare di Krško”.
Lo rende noto Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, citando la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Poto?nik alla sua interrogazione parlamentare.
“Lo studio in questione è stato chiuso in un cassetto perché, secondo notizie trapelate sui giornali, evidenzierebbe un elevato rischio sismico nella zona di Krško, dove risulta operativa una centrale nucleare di proprietà al 50% di ciascuno dei due paesi, centrale che dista appena 139 chilometri in linea d’aria dalla città italiana di Trieste e 146 da quella di Gorizia”.
La Commissione europea ribadisce che la direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale obbliga gli Stati membri a mettere a disposizione del richiedente, in questo caso WWF e Legambiente del Friuli Venezia Giulia, le informazioni ambientali al più tardi entro un mese dal ricevimento della richiesta. Alla fine di marzo la stampa aveva dato notizia delle conclusioni di questo studio, commissionato proprio dalla società che gestisce la centrale, la Gen Energija, in funzione del progetto di raddoppio della medesima che prevede di costruire accanto all’esistente centrale da 690 MW, entrata in funzione nel 1983, una nuova centrale da 1.600 MW. Sempre secondo la stampa, le conclusioni di questo studio sarebbero del tutto negative rispetto all’ipotizzata costruzione della seconda centrale nucleare.
“Per quanto riguarda la costruzione di una nuova centrale nucleare, il Commissario Ue precisa che occorre rispettare l’articolo 41 del trattato Euratom che impone alle imprese l’obbligo di informare la Commissione e che simili progetti devono rispettare i criteri definiti dal Consiglio e sui quali la Commissione esprime il proprio punto di vista”, aggiunge Zanoni. “Trasparenza e rispetto delle regole sono due obblighi imprescindibili per una questione, il nucleare, di competenza europea in quanto i rischi ad essa correlati minacciano tutti i cittadini europei”.
“Aspetto con impazienza la nuova proposta della Commissione riguardante una nuova direttiva sulla sicurezza nucleare con la quale Bruxelles intende migliorare la trasparenza sulle questioni di sicurezza nucleare fornendo anche al pubblico l’opportunità di partecipare al processo di autorizzazione – conclude l’eurodeputato – Tuttavia resto convinto che la sicurezza totale sia possibile solo mettendo al bando questa forma pericolosa d’energia che ha già provocato danni immensi in altre parti del mondo. I cittadini europei hanno il sacrosanto diritto di scegliere quale futuro energetico vogliono e questo può essere garantito solo con una consultazione popolare sul nucleare in tutti i 28 Paesi membri come abbiamo fatto in Italia”.
8 luglio 2013