Quattro anni di reclusione per aver indotto indebitamente un industriale friulano ad assumere il proprio figlio in azienda, sostenendo di poter controllare l’esito della verifica delle Fiamme gialle. E’ la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon, nel processo a carico di un alto ufficiale della Guardia di Finanza allora in servizio presso il Comando regionale veneto.
I fatti contestati si sarebbero verificati tra il novembre 2015 e il febbraio 2016. Nella requisitoria, il pm ha sostenuto che l’ufficiale, allora tenente colonnello, fu contattato dopo l’inizio della verifica e convinse l’industriale, terrorizzato dal controllo, ad assumere il figlio, assicurandogli che non ci sarebbero stati approfondimenti perché conosceva il comandante responsabile dell’ispezione. L’assunzione avvenne pochi giorni prima della conclusione della verifica, che per Danelon fu gestita in maniera leggera, ma non penalmente rilevante.
Opposta la ricostruzione del difensore, l’avvocato trevigiano Pasquale Fabio Crea. Nella sua arringa, il legale ha sostenuto che l’industriale e il finanziere si conoscessero da diversi anni e che fu l’imprenditore a voler assumere il ragazzo. “Abbiamo portato le prove – spiega – che la questione era già stata decisa nell’estate 2015 e che fu l’imprenditore a voler accelerare l’assunzione, mentre il mio assistito chiedeva di aspettare la fine della verifica”.
La sentenza è attesa per fine novembre.