sospensione di Schengen, attraverso una nota congiunta sono l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli, il vescovo di Trieste Enrico Trevisi, e il vescovo di Capodistria, lo sloveno Jurij Bizjak. I presuli pur comprendendo le ragioni alle basi di queste decisioni degli Stati, sottolineano come “guardando alla storia di queste nostre terre, le popolazioni sono state capaci di trasformare le divisioni e le differenze culturali, linguistiche, storiche in occasione di memoria reciprocamente donata, come testimonia la scelta di fare di Nova Gorica, insieme a Gorizia, la Capitale europea della cultura 2025″.
Per gli esponenti della Chiesa “il transito di tanti fratelli che giungono nelle nostre terre percorrendo la rotta balcanica deve continuare a essere non motivo di preoccupazione ma stimolo a testimoniare ogni giorno, senza interruzione e con rinnovato vigore quel servizio dell’accoglienza a cui siamo chiamati e di cui, come credenti, saremo chiamati a rendere ragione”. I tre vescovi, riguardo al conflitto mediorientale, sottolineano che “le tragiche notizie che giungono dalla Terra del Signore portano anche fra di noi le conseguenze di quella che nel 2014 proprio a Redipuglia Papa Francesco definì una ‘terza guerra mondiale combattuta a pezzi'”. GUARDA IL SERVIZIO VIDEO