Domande di cittadinanza: palazzo D’Aronco ‘preso d’assalto’ dagli aspiranti italiani. La nostra società è sempre più multiculturale. Non solo nei fatti, ma anche dal punto di vista anagrafico e burocratico. Insomma, ha sempre meno senso parlare di una netta divisione tra italiani e stranieri. Nella prima metà del 2014, infatti, c’è stato un vero e proprio boom delle richieste da parte di stranieri di diventare cittadini italiani a tutti gli effetti.
Record di atti
Già lo scorso anno l’amministrazione aveva registrato un record di atti ‘lavorati’ dagli uffici comunali rispetto al passato: 510 in 12 mesi, 1,4 al giorno, uno ogni 17 ore. Tuttavia, il primato è stato raggiunto nei primi 8 mesi del 2014. Da gennaio al 21 agosto, i ‘fascicoli’ hanno quasi raggiunto quelli di tutto il 2013: 490 unità, vale a dire 2,1 al giorno (domeniche e feste comandate comprese), uno ogni 12 ore circa. Se, poi, consideriamo i giuramenti (l’ultimo ‘gradino da superare), il rapporto numerico tra il 2013 e la prima parte del 2014 era il medesimo: circa 200 lo scorso anno, 190 al 21 agosto. Se il trend dovesse continuare, al 31 dicembre le richieste registreranno un più 50 per cento rispetto al 2013. Va detto, poi, che Udine risulta particolarmente ‘attiva’ su questo fronte. Nel capoluogo friulano, infatti, il numero di atti è paragonabile a quello di altre città del Nord di dimensioni doppie.
Ragazzi e adulti
“E’ vero – conferma l’assessore ai Diritti e all’Inclusione sociale del capoluogo friulano, Antonella Nonino -, la crescita delle domande è stata molto forte. Da una parte, si tratta degli effetti della sanatoria del 2002, inserita della legge Bossi – Fini, che ha consentito l’emersione delle presenze irregolari. Dopo 10 anni, tanti hanno maturato i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza italiana e ora c’è l’arrivo delle domande. La richiesta va fatta in Prefettura che, controllata la documentazione e l’esattezza dei requisiti, invia poi il ‘nulla osta’ al Comune di residenza per il rito del giuramento. Dall’altra, ci sono i neo diciottenni, vale a dire i ragazzi che sono nati e cresciuti in Italia e che hanno frequentato le nostre scuole. Queste persone, raggiunta la maggiore età, hanno la possibilità (fino al compimento dei 19 anni, dopo di che la trafila burocratica diventa quella che devono fare gli altri adulti) e tutto l’interesse a diventare italiani a tutti gli effetti”.
A questi, poi, vanno aggiunti gli ottenimenti della cittadinanza per vincoli matrimoniali, quelli provenienti dall’estero (ma la loro quantità è residuale) e quelli relativi ai minori i cui genitori sono diventati italiani.
I numeri delle domande dimostrano, inoltre, la ‘qualità’ dell’immigrazione in Friuli. “Tutte le persone che hanno maturato i requisiti – aggiunge Nonino – vivono e lavorano stabilmente nella nostra città e che ne fanno parte a tutti gli effetti“.
Provenienza
Per quanto riguarda la provenienza, i Paesi ‘in prima fila’ sono quelli che, un decennio fa, avevano registrato il maggior numero di arrivi in città, ovvero Ghana e Albania.
I requisiti e le ‘carte’ da portare in Prefettura
iter burocratici. Tre sono i modi principali per ottenere la nostra cittadinanza. Il primo è sposare un italiano o un’italiana. Lo straniero potrà presentare la richiesta in Prefettura a due anni dal matrimonio (tre se la residenza è all’estero), producendo l’estratto di nascita, la propria fedina penale del Paese di provenienza e la ricevuta di un versamento di 200 euro al ministero dell’Interno.
L’iter è un po’ più complicato per chi fa la domanda in base al tempo di permanenza nel Belpaese. In questo caso, si deve risiedere in maniera continuativa (ovvero senza allontanarsi dal territorio nazionale per più di sei mesi) da almeno 10 anni, 4 se si ha la cittadinanza di uno Stato della Ue, 5 se si è apolidi o rifugiati politici. Inoltre, allo sportello prefettizio si devono presentare, oltre all’estratto di nascita, alla fedina penale e al versamento, anche le dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni.
Infine, c’è il caso dei neo 18enni nati in Italia. I neomaggiorenni devono consegnare agli uffici comunali atto di nascita, certificato di residenza e qualsiasi documentazione (per esempio, certificati scolastici o delle vaccinazioni) che dimostrino la non interruzione della residenza legale. Appurata l’idoneità si dovranno versare i 200 euro al ministero dell’Interno.
Controllati i requisiti, all’aspirante italiano non resterà che giurare fedeltà alla Repubblica e, il giorno dopo, diventerà a tutti gli effetti cittadino del Belpaese. In alcuni casi, si potrà mantenere anche la cittadinanza di origine, in altri no. Tutto dipende dalle leggi dello Stato di provenienza.