Non capita a tutti, ma a chi capita cambia la vita. L’esperienza della scoperta di un tumore è sempre un momento doloroso. In particolare se si è colpiti in giovane età, come può accadere a ragazze che devono fare conti con un cancro al seno.
“Il tumore della mammella è una patologia molto frequente nella donna. Oggi ne è colpita una ogni 8 e, fortunatamente, l’85% di queste guarisce. Questa malattia raramente si presenta nella donna giovane, cioè di età inferiore a 40 anni: accade circa nel 7% di tutti i casi diagnosticati”, spiega il dottor Samuele Massarut, direttore dell’Oncologia chirurgica senologica del Cro di Aviano.
Fatta questa breve premessa, però, c’è da dire che ci sono età in cui curarsi pesa di più rispetto che in altre, soprattutto se si deve far fronte a un tumore. Considerata la particolarità, la complessità e l’impatto emotivo di questa patologia il Centro di riferimento oncologico di Aviano ha creato un percorso dedicato alla donna giovane.
Rischio sottovalutato
“I fattori che rendono il carcinoma mammario nella giovane un’entità diagnostico-terapeutica specifica sono diversi – sottolinea il medico -. Innanzitutto, c’è la sottovalutazione del rischio: pensando di essere troppo giovane per avere un tumore della mammella, il pericolo è di scoprire la malattia in fase relativamente avanzata. Un secondo aspetto riguarda la particolare severità della malattia che richiede, stante la giovane età, un trattamento articolato che coinvolge un’equipe di specialisti opportunamente formati e dedicati alla patologia”.
Ma non è tutto. “A incidere sono anche elementi peculiari e specifici, quali l’aspettativa e i progetti di vita, la compromissione di una parte importante della donna quale è il seno, la percezione di se stessa e dei cambiamenti che avverranno in relazione a ciò che sta vivendo”.
Ecco perché è necessario giocare d’anticipo. “Va sottolineata la mancanza di uno screening organizzato per questa fascia di età – mette in evidenza Massarut – con la conseguenza di minor attenzione alla prevenzione. E’ importante far comprendere la necessità di non sottovalutare cambiamenti e sintomi che vanno sempre indagati”.
Proprio per questi motivi la diagnosi precoce è fondamentale per riscontrare quanto prima, eventualmente, un nodulo sospetto. E’ importante che la donna impari a conoscere il proprio corpo e riconoscere anche i piccoli cambiamenti che possono presentarsi nel tempo, osservandosi allo specchio. La presenza di secrezioni e la retrazione del capezzolo, i cambiamenti cutanei (per esempio la cute con effetto a buccia d’arancia), la presenza di noduli, sono tutti segnali che vanno indagati. Una tecnica efficace è l’autopalpazione; questa deve essere eseguita una volta al mese, dal 7° al 14° giorno dall’inizio del ciclo mestruale.
“Bisogna anche sottolineare – conclude Massarut – che ogni caso clinico fa storia a sè. Per questo è consigliabile dopo i 25 anni fare una prima ecografia mammaria come primo referto, poi continuare con i controlli in base alle indicazioni del radiologo. Dopo i 35 anni è consigliabile aggiungere anche una prima mammografia”.
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