Le aveva detto di essere un amico del padre e poi aveva costretto una bambina di dieci anni a compiere e subire atti sessuali. Per questo il Tribunale di Udine ha condannato un 73enne residente nel Cividalese a otto anni di reclusione e a un risarcimento di 30mila euro.
Secondo l’accusa sono tre gli episodi nei quali l’uomo, già condannato per simili reati, aveva approfittato di lei. Il primo risale al giugno 2012 quando, durante una festa paesana, l’aveva attirata in un giardino quando si era allontanata dai genitori. Nelle settimane successive, aveva approfittato del fatto che la bambina fosse sola e, mentre lei entrava in casa, l’aveva seguita all’interno.
Infine, aveva tentato di baciarla mentre si trovavano sotto il terrazzo di una casa abbandonata, dove la piccola lo aveva accompagnato per fare alcune fotografie su richiesta del padre, ignaro di quanto accaduto precedentemente. Questa volta, però, la vittima, rappresentata dall’avvocato Rosi Toffano, si era opposta. Solo quattro anni dopo troverà la forza di raccontare l’accaduto alla polizia di Cividale.
“La difesa – spiega il legale dell’uomo, l’avvocato Marco Florit – ha insistito sulla circostanza che la vittima colloca i fatti in un periodo nel quale l’uomo era in carcere. Inoltre, la corte ha escluso le circostanze aggravanti. Valuteremo il ricorso in appello – conclude – dopo la lettura delle motivazioni”.