Nuova udienza, questa mattina al Tribunale di Udine, del processo per il crac di Coopca, che vede imputati i vertici della storica cooperativa carnica di consumo. Si tratta di 16 persone, tra ex vertici, componenti del cda e sindaci della cooperativa. Riconosciuta la costituzione di parte civile di 300 persone, tutte le difese hanno presentato istanza di citazione a giudizio dei responsabili civili della vicenda, cioè le tre associazioni di categoria che hanno svolto i controlli e la Regione, intesa come Amministrazione, quale committente di questi controlli.
La decisione in tal senso sarà presa in occasione della prossima udienza, fissata per il 14 ottobre. Il Collegio del tribunale di Udine oggi ha respinto la richiesta di giudizio abbreviato per uno degli imputati, l’ex consigliere Vanessa Gressani, e ha respinto anche la richiesta di assoluzione immediata per Silvio Moro, anche lui ex consigliere.
Quello della Coopca, ricordiamo, è un crac da quasi 100 milioni. I soci hanno investito risparmi fino a 30 milioni, ai quali si aggiungono 7 milioni di depositi in azioni.
Fuori dal tribunale, c’era anche una rappresentanza dei soci che chiedono verità, giustizia e rimborsi. “Ricordiamo il danno sociale per tante famiglie, non solo della Carnia”, ha sottolineato ai microfoni di Telefriuli Gianberto Zilli, legale rappresentante di 239 parti civili ammesse al processo. “E’ stata tradita la loro fiducia da chi doveva gestirla, che non si è dimostrato all’altezza. Naturalmente puntiamo anche a un risarcimento economico per quanto patito – a livello morale e fisico – da questa vicenda”.