I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, dottoressa Laura Collini, all’esito delle indagini relative al fallimento di una srl, dichiarato nel corso del 2013 dal locale Tribunale, hanno denunciato due coniugi goriziani, che negli anni hanno amministrato la società e ne sono stati anche soci, per bancarotta fraudolenta documentale, patrimoniale e preferenziale, nonché per aver aggravato il dissesto dell’impresa, quantificato in 300.000 euro, astenendosi dal presentare la richiesta di fallimento in proprio.
Le indagini, condotte attraverso perquisizioni domiciliari, acquisizioni di informazioni da alcuni creditori, nonché grazie all’ausilio delle indagini finanziarie sui conti correnti aziendali e personali deli indagati, hanno permesso di accertare che i due soggetti, consapevoli dello stato d’insolvenza della società, operante nel campo delle energie rinnovabili e dell’impiantistica elettrica, anziché ricorrere agli strumenti legali di risoluzione della crisi, hanno proseguito l’attività economica operando distrazioni patrimoniali ammontanti a 172.000 euro, eseguendo pagamenti preferenziali per 50.000 euro e occultando parte delle scritture contabili in modo tale da impedire al curatore fallimentare di ricostruire l’esatta situazione economica, finanziaria e patrimoniale della fallita.
Lo stato d’insolvenza della società, grazie alle analisi documentali e patrimoniali condotte dalle Fiamme Gialle di Gorizia, è stato collocato nel marzo 2009, quando ai due amministratori erano noti la rilevante situazione debitoria, l’insussistenza di disponibilità finanziarie e il ricorrere di iscrizioni a ruolo per debiti tributari per oltre 50.000 euro. La società, in seguito al dissesto, è stata pilotata al fallimento omettendo di presentare i bilanci d’esercizio e le dichiarazioni fiscali, divenendo oggetto di distrazioni patrimoniali, violando la “par condicio creditorum” e tenendo irregolarmente le scritture contabili.
L’Autorità Giudiziaria, sulla base dell’ampio quadro probatorio acquisito dalla Guardia di Finanza, ha disposto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415 bis del codide di procedura penale, notificato nei giorni scorsi ai due coniugi, nei cui confronti è stata anche applicata, per gli anni d’imposta 2010 e 2011, la tassazione dei proventi illecitamente distratti dalla società, consentendo di contestare l’evasione di Irpef per oltre 63.000 euro.
L’attività d’indagine svolta dalla dipendente Compagnia è stata finalizzata a contrastare le forme di illegalità che minano il corretto funzionamento dell’economia legale, alterando le regole di libera concorrenza del mercato.