L’amministratore della QBell di Remanzacco, fallita nel 2013, è stato condannato a sei anni di reclusione per bancarotta, ma assolto con formula piena dall’accusa di evasione fiscale per 82 milioni di euro. E’ terminato così il processo davanti al Tribunale di Udine per il crac dell’azienda produttrice di strumenti informatici, che ha visto anche altre due condanne rispettivamente a due e tre anni di carcere. Altri due imputati sono stati assolti e per un altro è stato dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione.
L’amministratore è stato riconosciuto colpevole di aver tenuto i libri contabili dell’azienda in modo da non poter ricostruire il patrimonio e i movimenti della società. Inoltre, avrebbe ceduto le quote detenute dalla QBell della Rc Heli, società specializzata in prodotti avionici, e della Power Q, azienda produttrice di apparecchiature elettromeccaniche, senza iscrivere i proventi a bilancio. Infine, assieme a Lugano, liquidatore fallimentare della Rc Heli, e a Trabacchin, amministratore della Power Q, Macripò avrebbe distrutto i libri e le scritture contabili delle due società.
“Il mio assistito – spiega l’avvocato Giovanni De Nardo – è stato assolto dalle contestazioni più gravi, quelle di carattere fiscale. Tutte le ipotesi di distrazione hanno avuto la medesima sorte. Restano le tre ipotesi di bancarotta documentale per le quali valuteremo l’appello”.