Un anno di reclusione per il crack Energy Lab. E’ quanto ha patteggiato stamani davanti al gup di Udine Matteo Carlisi l’imprenditore cividalese di 42 anni Giovanni Dorbolò, il cui nome è legato alla produzione di energia elettrica rinnovabile. La pena è stata aggiunta con il vincolo della continuazione ai 2 anni e 7 mesi di reclusione inflitti a Dorbolò lo scorso anno per altre due sentenze per la bamcarotta di società satellite.
L’imprenditore, in qualità di presidente e amministratore delegato della società di Moimacco dichiarata fallita nel 2018, era accusato di bancarotta patrimoniale e semplice. Stando al capo d’imputazione, oltre a non chiedere il fallimento a fronte di un debito di oltre 22 milioni di euro, nel 2015 distrasse quasi 1,7 milioni di euro pagando fatture per operazioni fittizie e nel 2016 incassò compensi in qualità di amministratore per quasi 140mila euro. Tra il 2016 e il 2017, poi, collocò un prestito obbligazionario da 5,5 milioni per investimenti in impianti energetici mai avvenuti. Secondo l’accusa, infine, fece registrare tra il 2014 e il 2016 un incremento fittizio dell’attività nei bilanci dell’Energy Lab, contabilizzando crediti per impianti realizzati in parte o difettosi per quasi 35 milioni di euro.
Il gup ha assolto, invece, un collaboratore dell’Enegry Lab accusato di concorso esterno in bancarotta per aver certificato relazioni non veritiere sullo stato di avanzamento lavori riguardanti impianti a biomassa da ultimare.“Il nostro assistito – afferma il difensore di Dorbolò, l’avvocato Katia Crosilla, in sostituzione di Luca Ponti e Paolo Panella – ha deciso di patteggiare per mettere la parola fine a una vicenda complicata che avrebbe impegnato il Tribunale per anni e per la volontà – conclude – di chiudere definitivamente un capitolo della sua vita”. GUARDA IL VIDEO