Le parrocchie friulane registrano da tempo un calo delle presenze di fedeli e, di conseguenza, una diminuzione sensibile delle offerte.
Il primo a confermare questa tendenza è Adriano Mizza, presidente dell’associazione sacrestani che fa sapere come, nelle chiese friulane, se qualche anno fa entrava il 10% dei residenti, ora si è scesi all’ 8%.
Per Mizza è evidente che, dopo la prima comunione dei propri figli, molte famiglie ‘disertano’ le celebrazioni. Insomma, si frequentano gli ambienti parrocchiali e poi addio. Intanto, però, i consigli pastorali devono impegnarsi per far quadrare i bilanci. Nel caso di Pagnacco, ad esempio, si sono dovuti diluire i mutui per la ristrutturazione dell’organo e la ristrutturazione dell’oratorio, grazie a un accordo con la Banca Prossima.
Fondamentale, secondo Mizza, l’arrivo di parroci giovani che creano indiscutibilmente curiosità e stimoli nuovi. In una parrocchia di 5mila residenti le offerte in un anno posso aggirarsi attorno ai 40-50mila euro. Una situazione difficile, comune più o meno a tutte le foranie.
Quella del vicariato urbano udinese e dell’hinterland, guidata da monsignor Luciano Nobile che in totale conta 47 parrocchie, soffre soprattutto nelle periferie. In centro la situazione è più tranquilla, con presenze costanti e più lasciti.
Nella forania della Bassa Friulana, con a capo monsignor Igino Schiff, la crisi delle offerte si respira ormai da qualche anno. “Ci sono parrocchie che tengono – spiega Schiff – altre che hanno subito flessioni del 4/5%. Ma i numeri sono legati al numero di celebrazioni: più messe si fanno e più alto è il numero dei fedeli”.
I parroci, insomma, si vedono costretti a ricoprire il ruolo di manager, dovendo trovare l’equilibrio fra entrate e uscite, che risulta sempre più acrobatico. “Le gestioni devono essere più oculate – continua Schiff – vedi l’accensione del riscaldamento: molte volte, le imposte superano i consumi veri e propri, con una triste speculazione”.
Il numero uno della forania della Bassa è categorico: “Bisogna coinvolgere le comunità, pubblicizzando entrate e uscite con la massima trasparenza. Solo così i fedeli possono capire, condividendo, le sorti delle proprie parrocchie”.