Addio alle casse di espansione, forse. Mentre il Tagliamento se ne sta tranquillo abbiamo a che fare con un’alluvione di carte bollate. Non è detta infatti l’ultima parola sulla vicenda infinita dei bacini di laminazione, sui quali si discute da almeno 15 anni.
A fine mese la Corte di cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso dell’Autorità di bacino contro la sentenza del Consiglio di Stato. Quest’ultimo aveva accolto il ricorso contro la delibera della Giunta regionale che autorizzava la tanto contestata opera. Un pasticcio micidiale, che rischia di riportare in auge un progetto che il buon senso ha da tempo dichiarato morto e sepolto, soprattutto dopo che la stessa Regione si è tirata indietro.
Il paradosso
Anzi, siamo al paradosso, come ci spiega Mirco Daffarra, sindaco di Ragogna, che segue da vicino la vicenda e rappresenta anche i colleghi di Dignano, San Daniele, Pinzano e Spilimbergo: “I nostri Comuni hanno resistito al ricorso proposto dall’Autorità di bacino, ma godiamo paradossalmente del supporto della Regione che chiede sia confermato l’annullamento della delibera adottata in passato dalla Giunta regionale. E’ chiaro che ormai le casse di espansione sono state abbandonate e che le scelte tecniche saranno altre”.
Quali? Le ha indicate il Laboratorio per il Tagliamento fissando una serie di priorità sulle quali, tuttavia, ancora non si è cominciato a discutere e lavorare, se si esclude la diaframmatura degli argini, nella parte bassa del fiume. Daffarra ha chiesto un incontro al nuovo assessore regionale all’Ambiente per verificare come intenda procedere la Regione ed è in attesa di una convocazione, sempre che la Corte di cassazione non decida di accogliere il ricorso dell’Autorità di bacino.
Avanti con diaframmi e Cavrato
Nel frattempo, a Latisana i lavori vanno avanti, come ha confermato il suo sindaco Salvatore Benigno: “Partiranno a breve i cantieri di diaframmatura degli argini a valle del paese, grazie ai fondi messi a disposizione del Piano stralcio. Procede anche l’iter per la ricalibratura del Cavrato sul quale Regione Veneto e Friuli Venezia Giulia stanno procedendo di comune accordo. Il Comune, da parte sua, si è impegnato molto nella pulizia dell’alveo, compresa la sponda destra dove sono state eleminati sterpaglie e detriti per favorire il deflusso delle acque in caso di piena, ma dobbiamo fare i conti con l’assenza totale di manutenzione da parte dello Stato dell’asta nel tratto dal Ponte autostradale verso la foce”.
Dai grandi progetti alle carte bollate
Mirco Daffarra, sindaco di Ragogna: "E’ chiaro che ormai le casse di espansione sono state abbandonate e che le scelte tecniche saranno altre"
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