Ha ucciso la compagna che lo aveva respinto e ai giudici non ha raccontato la verità: è per questo che la Corte di Assise di Udine ha condannato Giuseppe Forciniti a 24 anni di carcere per l’omicidio di Aurelia Laurenti con 19 coltellate nella loro casa di Roveredo in Piano il 25 novembre 2020.
Nelle motivazioni della sentenza, depositata nei giorni scorsi, i giudici hanno spiegato perché a Forciniti non sia stato inflitto l’ergastolo, come richiesto dal Pm. La Corte non ha ritenuto attendibile il racconto dell’uomo, il quale ha sostenuto che la compagna cercò di accoltellarlo e che durante la colluttazione fu inferto per incidente il primo colpo.
Per quanto riguarda il rifiuto dell’ergastolo, hanno pesato due elementi. Da una parte la provenienza dell’arma, ragionevolmente portata in camera da letto dalla vittima. Dall’altra il fatto che, a fine processo, l’avvocato difensore ha chiesto una pena equa.
Stando alla ricostruzione dei giudici, Forciniti ha cercato di approcciare la donna che lo ha respinto, come dimostrano alcuni graffi presenti sulla schiena dell’imputato fotografati in carcere. Poi la donna ha cercato di mantenere a distanza il compagno con il coltello, causandogli delle micro-lesioni sulla pancia. Infine, lui si è impossessato dell’arma e ha colpito Aurelia alcune volte mentre si trovava in piedi, continuando quando era a terra. Determinante la presenza sulla lama del sangue di entrambi.