Cerimonia, questa mattina, al Sacrario di Redipuglia in occasione della Festa della Repubblica. Già alle otto del mattino, puntuali, i militari si sono radunati nel piazzale delle Pietre d’Italia per l’afflusso assieme ai gonfaloni dei comuni decorati con medaglia d’oro e argento al valor militare e alle associazioni d’arma. Puntuale, alle 9, l’arrivo del Sottosegretario alla difesa, on. Domenico Rossi, che, ricevuto con gli onori militari, ha deposto una corona d’alloro a ricordo di tutti i caduti di tutte le guerre. “Se oggi le forze armate godono di stima e apprezzamento per il loro operato” ha sottolineato Rossi “è anche grazie al sacrificio di tutti i nostri caduti nell’assolvimento dei loro compiti, che oggi, in questo luogo, simbolo della nostra storia, onoriamo”. “Il 2 giugno significa risaltare l’impegno della grande famiglia di tutti i servitori dello Stato che con spirito di abnegazione e di servizio non esitano ad offrire il loro contributo per la causa comune. Vogliamo dare risalto a questi eroi del quotidiano che in silenzio antepongono l’interesse della comunità al proprio”. “Qui al Sacrario di Redipuglia ci troviamo in una cornice di straordinaria suggestione, ma mancano probabilmente i principali destinatari del messaggio che vogliamo inviare in questa celebrazione: i giovani”. Il sottosegretario ha rimarcato la fondamentale importanza di tramandare i valori proprio alle nuove generazioni: “dobbiamo fare capire loro – ha ribadito – che democrazia e pace devono essere difesi nel quotidiano attraverso l’esempio: se non riusciamo a dare questi segnali allora abbiamo fallito”.
Rossi, poi, ha ricordato l’importanza del monumento di Redipuglia, i cui lavori di restauro sono ancora fermi nonostante la sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia ne avesse, in un certo modo, risolto: “non un sacrario come altri, ma il simbolo della Prima Guerra mondiale, che ha dato unità al nostro Paese”, affermando che, “se da una parte la pratica sta seguendo il suo iter amministrativo giuridico, resta salda la convinzione che il Governo riconosce importanza al sito e cercherà di mettersi in opera quanto possibile”. Sulla riorganizzazione della Brigata Pozzuolo del Friuli, il cui comando a Gorizia rischia il ridimensionamento di alcuni reparti, Rossi si è detto fiducioso. “E’ una realtà operativa, che continuerà il suo ruolo nelle Forze armate”.
Per la Regione era presente il vicepresidente Sergio Bolzonello assieme all’assessore Sara Vito e, in rappresentanza del Consiglio regionale, il vicepresidente Paride Cargnelutti. “Non dovremmo mai dimenticare che la Repubblica italiana è nata da un grande atto di democrazia popolare”. A sottolinearlo il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello, che ha rimarcato come “il 2 giugno è la festa fondante della nostra comunità, e lo è sulla base di un voto liberamente espresso da decine di milioni di persone e per la prima volta a suffragio davvero universale, che ha fatto sì che questo Paese scegliesse un modello democratico”. Prima dell’accensione dei tripodi che sovrastano il sacrario dove riposano le spoglie di oltre centomila soldati morti nella Grande Guerra, Rossi, davanti ai reparti schierati delle Forze armate e alle insegne di associazioni combattentistiche e d’Arma, ha deposto una corona alla memoria dei Caduti. Dopo la preghiera per la Patria da parte del Cappellano, don Sigismondo Schiavone, la motivazione del conferimento della Medaglia d’oro al valor militare al Milite ignoto è stata letta da Paola Del Din, portatrice di quella stessa Medaglia che onora anche il fratello Renato caduto a Tolmezzo nel 1944.