Le restrizioni imposte dalla pandemia hanno comportato un’esplosione dell’uso di internet e dei social network, al quale è corrisposto anche un boom dei reati informatici. Tra quelli che registrano il maggior incremento ci sono purtroppo anche quelli in danno di minori commessi online, con particolare riguardo a quelli che vedono i minori come vittime di adescamento o abusi sessuali, spesso documentati da foto e video pedo-pornografici che i criminali successivamente vendono, divulgano, cedono o detengono.
Assume pertanto particolare rilevanza un’opera di prevenzione e sensibilizzazione di genitori e educatori che consenta d’intercettare i tentativi di contattare e avvicinare i più piccoli con modalità particolarmente insidiose.
In questo contesto è utile segnalare un’attività di contrasto internazionale dello sfruttamento sessuale dei minori online condotta dalla Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia e del Lazio coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, con la direzione delle Procure della Repubblica di Trieste e Roma.
L’operazione è nata da una segnalazione in merito a numerosi episodi di scambio di materiale pedopornografico avvenuti su una nota piattaforma di messaggistica istantanea che ha permesso agli specialisti della Polizia Postale di Trieste di effettuare approfondite indagini e identificare gli utenti che, approfittando dell’alto grado di anonimizzazione offerto da questo tipo di piattaforme, inviavano e ricevevano numerosi video riproducenti lo sfruttamento di bambine, riprese nel mentre subivano violenze di natura sessuale da parte di adulti.
Le indagini – coordinate dal sostituto procuratore di Trieste Matteo Tripani – hanno consentito d’identificare due soggetti, entrambi residenti nel Lazio. Il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni del Lazio, con operatori del Compartimento di Roma e della Sezione di Viterbo ha eseguito le perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria di Trieste, per riscontrare l’eventuale detenzione di materiale pedopornografico nella disponibilità dei due soggetti indagati, e l’eventuale condivisione dei file su piattaforme di messaggistica e altri social network.
Riscontrando il possesso d’ingente quantitativo di materiale pedopornografico, il Compartimento Polizia Postale di Roma ha proceduto all’arresto in flagranza di un cittadino italiano residente nella capitale; la perquisizione, eseguita alle prime luci dell’alba, ha interrotto l’attività criminale dell’arrestato che, solo poche ore prima, aveva scaricato gli ultimi file pedopornografici. Sono stati sottoposti a sequestro due smartphone, un hard disk, un tablet e uno spazio di archiviazione virtuale.
A seguito dell’arresto la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un autonomo procedimento penale nei confronti dell’indagato, disponendo che fosse posto agli arresti domiciliari. L’attività ha consentito anche di denunciare a piede libero un altro soggetto residente in provincia di Viterbo.
Le indagini delle Procure della Repubblica di Roma e Trieste e condotte dalla Polizia Postale del Lazio e del Friuli Venezia Giulia proseguono anche attraverso l’esame del materiale informatico sottoposto a sequestro, per acquisire ulteriori elementi e salvaguardare la tutela dei minori coinvolti. Siamo nella fase delle indagini preliminari e i soggetti indagati devono ritenersi non colpevoli sino alla condanna definitiva.