A pochi giorni dalla prima campanella, restano molti i nodi da sciogliere in vista della ripresa, in presenza, delle lezioni. A complicare una situazione già ingarbugliata arriva anche una diffida contro l’obbligo del Green Pass per il personale scolastico inviata, tra gli altri, al Ministero dell’Istruzione e all’Ufficio scolastico regionale dall’avvocato Mitja Ozbic, in rappresentanza di 116 dipendenti della scuola del Fvg.
Secondo il centinaio di ricorrenti – ai quali sarebbe pronto ad aggiungersi altro personale scolastico – l’applicazione del decreto del 6 agosto sarebbe “discriminatoria e incostituzionale”. Gli assistiti si sono rivolti al legale in quanto contrari alla normativa che di fatto prevede, per i non vaccinati, tamponi a proprie spese per accedere agli Istituti.
Nella diffida, antecedente ad azioni civili e denuncia/esposto penale, c’è anche l’invito a predisporre un servizio di test salivari con cadenza bisettimanale, con spese a carico del datore di lavoro, per lo screening di tutti i dipendenti, vaccinati e non.
L’azione legale arriva a poca distanza da quella dei sanitari che, anche in Fvg, hanno fatto ricorso al Tar contro l’obbligo di vaccinazione che, in questi giorni, sta portando alle prime sospensioni di medici, infermieri e Oss ‘no vax’.
In attesa di capire quali effetti potrà sortire la diffida sul mondo della scuola, che in Fvg registra comunque una percentuale mediamente molto alta di vaccinazioni, resta ancora da chiarire l’organizzazione dei controlli. Qui, a livello nazionale, è in corso un ‘braccio di ferro’ tra Ministero e garante della privacy.
I dirigenti scolastici sono in attesa d’indicazioni chiare per capire come si dovrà procedere con le verifiche della certificazione verde. Per i presidi la soluzione più agevole sarebbe quella di disporre degli elenchi di chi possiede il Green Pass in quanto vaccinato o guarito, sfoltendo, quindi, le operazioni in ingresso. Ma su questa richiesta ci sarebbero, appunto, forti perplessità in tema di tutela della privacy dei dipendenti.