Cinque arresti e 22 persone indagate. Sono questi i numeri dell’operazione Petko che, in due anni di attività, ha portato la Polizia di Gorizia a sgominare la cosiddetta ‘piazza’ della ciclabile, il collegamento che lambisce l’ex valico di via San Gabriele e quello di via Rafut a Gorizia. La Questura, in questi giorni, sta notificando gli avvisi di conclusione d’indagine, che precedono la fase processuale.
Petko è il nomignolo con cui gli appartenenti a una piccola organizzazione di cittadini bulgari – abitanti a Nova Gorica, in Slovenia, e dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti – chiamavano il loro capo, mentre in Italia s’intercettavano le telefonate di chi andava quotidianamente a rifornirsi di eroina da loro sulla pista ciclabile.
L’indagine, condotta dalla sezione antidroga della Squadra Mobile isontina, era partita da un pusher goriziano e da quel giro di spaccio scoperto nel 2015, quando era stato arrestato un acquirente sorpreso con 20 grammi di eroina. Dopo numerosi sequestri che hanno interrotto il canale di approvvigionamento, è emerso un altro spacciatore goriziano che si era stabilito a Isola, vicino a Capodistria, e riforniva di eroina il Monfalconese.
Assieme al Commissariato di Monfalcone sono state arrestate in flagranza tre persone e sequestrati circa 60 grammi di eroina proveniente dalla Slovenia. La Polizia slovena ha contemporaneamente attivato indagini che hanno portato all’arresto di altri due pusher, anche loro attivi sul mercato italiano.
Dai servizi di pedinamento e osservazione, ma anche dalle intercettazioni telefoniche dei tossicodipendenti locali, l’indagine si è poi interessata anche del commercio illecito di metadone proveniente dal Sert di Gorizia in consistenti quantitativi, pari o superiori addirittura al fabbisogno settimanale di ogni singolo utente, rivenduto ad altri tossicodipendenti per acquistare con il ricavato l’eroina.
Altri tre goriziani sono stati indagati per spaccio di cocaina e hashish. La cocaina, in particolare, veniva comprata in piccoli quantitativi da un noto spacciatore sloveno di Nova Gorica e, sempre in quantità minime, per non rischiare conseguenze penali in caso di controllo, portata in Italia per essere ceduta in diversi locali pubblici di Gorizia dove sono stati identificati, anche con discreti sistemi di video ripresa a distanza, numerosi acquirenti in precedenza sconosciuti alla Polizia.
Non sono mancati i sequestri di ogni genere di sostanze, dai cannabinoidi, come hashish e marijuana anche in forma di piantagione, agli oppiacei, fino agli psicofarmaci, tra cui l’halcion in pasticche chiamato Puffo, per la sua tipica colorazione azzurra.
In circa due anni di attività, l’operazione ha portato anche a 22 denunce per traffico di stupefacenti, consentendo agli agenti di acquisire una particolare conoscenza della realtà locale, in particolare sui nuovi consumatori di sostanze, alcuni molto giovani, e sulle loro abitudini.
L’indagine ha confermato, ancora una volta, la disinvoltura ma anche la scaltrezza degli spacciatori sloveni, abbinata a una sempre più vasta platea di acquirenti italiani che si rivolgono oltre confine per la convenienza e la facilità nel reperire la droga a buon prezzo.