Prima condanna, in sede amministrativa, per Emanuela Petrillo, l’ex operatrice sanitaria trevigiana accusata di non aver vaccinato centinaia di bambini tra Friuli e Veneto.
La 35enne, che si è sempre dichiarata innocente, dovrà pagare 550.000 euro a favore dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. Lo ha stabilito la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per il Friuli Venezia Giulia. Secondo la Procura, “sulla sanità regionale sono gravati i costi di una complessa attività rimediale, sostanzialmente finalizzata all’esecuzione di nuove somministrazioni vaccinali nei confronti della popolazione infantile ritenuta interessata dal disservizio”. Un danno erariale stimato complessivamente per oltre 660 mila euro. Nella sentenza si legge che la donna “ben sapeva quel che faceva e ha agito con dolo”.
Petrillo è stata anche condannata al pagamento, a favore dello Stato, delle spese di giustizia, di 583 euro. La sentenza arriva mentre si sta svolgendo il processo penale – con l’accusa di peculato, omissione d’atti d’ufficio e falsità in certificati – nel Tribunale di Udine, la cui prossima udienza è stata fissata per metà dicembre.
Per l’accusa, Petrillo avrebbe finto di vaccinare centinaia di piccoli pazienti, tra Treviso, Udine e Codroipo. Si è costituita parte civile anche la Usl di Treviso. Nel caso, in sede penale, a conclusione dei tre gradi di giudizio, Petrillo venisse riconosciuta innocente, la condanna della Corte dei Conti non avrà più valore.