“Per elettricità e gas – spiega l’avvocato Barbara Puschiasis – si può parlare di chiaro caso di liberalizzazione fallita. Ora il mercato si divide in due. Da una parte c’è quello ‘a maggior tutela’, le cui condizioni economiche e contrattuali sono regolate dall’Autorità non solo per la distribuzione e il trasporto dell’energia (come avviene pure per il mercato libero), ma anche per il prezzo di compravendita dell’energia dal produttore al cliente finale. Dall’altra c’è il libero mercato, dove il prezzo è stabilito arbitrariamente dal fornitore (è l’ambito di concorrenza tra le aziende). Paradossalmente, nel primo caso i prezzi al consumatore sono più bassi rispetto al mercato libero che, invece, avrebbe dovuto portare ad un abbassamento delle tariffe”.
I problemi del libero mercato non finiscono qui. Oltre alle tariffe non concorrenziali rispetto al mercato di maggior tutela “L’apertura alla concorrenza – continua la rappresentante di Federconsumatori – ha spinto diverse aziende a rubarsi i clienti l’un con l’altra, utilizzando politiche aggressive di vendita porta a porta o telefoniche tramite agenti. E’ capitato di frequente che questi agenti carpissero il consenso al possibile cliente (spesso vittime sono consumatori anziani) senza che questi si rendesse conto di aver dato il proprio benestare. Alcune persone, addirittura, si sono ritrovate intestati contratti senza nemmeno essere state contattate. E’ successo anche qui in Friuli, nonostante il fenomeno non sia diventato ‘seriale’ come in altre parti d’Italia. Una delle tecniche adottate è di chiedere al malcapitato di poter vedere la fattura: il documento, che contiene tutti i dati necessari per la migrazione a un altro gestore, viene fotografato e il gioco è fatto”.
Come difendersi, dunque? “Per le firme false – risponde Puschiasis – si deve presentare una denuncia-querela, fare il disconoscimento del contratto e chiedere il rientro con il vecchio gestore. Se la ‘firma’ viene estorta al telefono, di norma si domanda all’azienda la registrazione telefonica, che deve essere tenuta in archivio per legge. Se questa non viene prodotta (e ciò capita non di rado), il contratto è nullo. I problemi più difficili riguardano le volture. Un esempio è la sospensione della fornitura per la morosità del vecchio utente. Succede che, quando uno subentra in un contratto per il quale non sono state pagate le bollette dal vecchio intestatario, il fornitore si rifiuti di erogare l’energia fino a che il conto non viene saldato. E’ accaduto anche da noi e a essere rimasti al freddo o al buio sono state anche famiglie con bambini piccoli e nel periodo invernale. Naturalmente, tale pratica non è consentita dalla legge e, se la società non collabora, non resta che rivolgersi al giudice al fine di ottenere un provvedimento in tempi celeri che imponga alla società di attivare la fornitura, con la possibilità di richiedere anche i danni eventualmente subiti. Infine, c’è la questione del conguaglio. La normativa impone alla venditrice di tentare la lettura del contatore almeno una volta all’anno. Tuttavia, non è infrequente il caso di conguagli che arrivano anche dopo 5 anni e che possono arrivare anche a 10mila euro. Senza contare che alcuni chiedono il saldo per periodi superiori al quinquennio, nonostante la prescrizione sia proprio di 5 anni. La parte del conto che si riferisce al periodo precedente non va corrisposto. Federconsumatori ha concluso diversi protocolli di conciliazione paritetica con le società dell’energia ma, diversamente da quanto accade per il settore della telefonia, i venditori o i distributori pochissime volte sono disponibili a valutare soluzioni stragiudiziali riconoscendo le ragioni degli utenti. In regione, le segnalazioni nel 2014 agli sportelli della Federconsumatori sono state 467 e appena il 50 per cento circa delle vertenze sono definite attraverso le conciliazioni.”
Cosa succederà se il ddl Concorrenza
sarà approvato nella sua versione attuale? “Il mercato ‘a maggior tutela’ – dice l’avvocato – verrebbe spazzato via. Insomma, resterebbe solo il libero mercato. Il pericolo è che i prezzi si livellino verso l’alto e, quindi, crescano, con un ulteriore aumento del contenzioso e dei disagi che gli utenti causati dalla grave sordità che caratterizza le società del settore energia verso i reclami. Senza contare che non c’è alcuna regolamentazione del periodo transitorio. Quello che noi chiediamo è il mantenimento della ‘maggior tutela’, che i poteri dell’Autority siano più incisivi nel controllo dei prezzi. Infine, per quanto attiene alla questione del conguaglio, domandiamo che il pagamento possa e debba essere rateizzato in un tempo pari a quello riguardante il conguaglio stesso e che le società si impegnino maggiormente nella definizione delle vertenze in via stragiudiziale attraverso le conciliazioni con le associazioni dei consumatori.”