Calano le risorse a disposizione, cresce l’attenzione su chi approfitta di agevolazioni a vario titolo senza averne davvero diritto e, aggiungiamo noi, bisogno. E’ in estrema sintesi il messaggio raccolto nel colloquio con il tenente colonnello Giuseppe Liberti, Capo ufficio operazioni del Comando provinciale della Guardia di finanza di Trieste, al quale abbiamo chiesto come le Fiamme gialle danno la caccia ai finti poveri. Che si tratti di non pagare il ticket per la visita medica o i medicinali, di ottenere sconti nell’ambito delle agevolazioni previste dalla carta famiglia o di ricevere incentivi, in quanto titolari di un’attività economica, le maglie dei controlli si stanno inesorabilmente stringendo e i controlli diventeranno sempre più incalzanti.
I dati sul controllo della spesa pubblica evidenziano l’aumento delle false dichiarazioni. Cosa sta accadendo?
“A fronte del costante calo di risorse a disposizione, abbiamo ricevuto indicazioni chiare sulla necessità di verificare che i fondi pubblici vadano davvero a chi ne ha bisogno. In tal senso, si tratta di una missione destinata a diventare sempre più strategica. Sono quindi aumentate le verifiche effettuate sul territorio, anche grazie a rapporti sempre più stretti con gli enti chiamati a fornire prestazioni, che ci segnalano situazioni sospette”.
Come effettuate i controlli?
“Una volta ricevuta la segnalazione oppure quando emergono discrepanze evidenti nel corso delle operazioni di controlli fiscale da noi effettuate, avviamo una serie di verifiche preliminari basate soprattutto sull’analisi delle banche dati che sono sempre più complete e puntuali, per accertare quale sia effettivamente la situazione patrimoniale di chi ha fatto richiesta di prestazioni agevolate. A volte ci troviamo di fronte a semplici dimenticanze. Altre volte, il quadro che emerge ci spinge a effettuare ulteriori controlli e ad avviare azioni investigative ancora più puntuali”.
Per ora nella nostra regione non pare siano stati scoperti proprietari di fuoriserie che dichiaravano di essere poveri.
“Se si tratta di compilare l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) in molti casi il diretto interessato ha dimenticato qualche dato essenziale, come quando si tratta di indicare i conti correnti e il loro ammontare. Altre volte, è evidente la malafede. Nel caso della richiesta di esenzione dal ticket sanitario, invece, gran parte delle dichiarazioni sono risultate infedeli, come evidenziano i dati del Comando regionale. Va detto che non abbiamo a che fare con forme eclatanti, come quelle balzate di recente all’onore delle cronache nazionali. In media, per quanto riguarda il mancato pagamento del ticket sanitario, abbiamo le cifre che oscillano attorno ai 300-400 euro. In questi casi si è soggetti a semplici sanzioni amministrative”.
Cosa rischia chi attesta falsamente di aver diritto a prestazioni agevolate?
“Se la somma indebitamente percepita o non versata non supera i 3.900 euro, scatta la sanzione amministrativa e il recupero di quanto non pagato. Altrimenti, si fanno strada ipotesi decisamente più gravi che possono portare al processo penale, con conseguenze decisamente più pesanti”.