La Sezione Civile della Corte d’Appello di Trieste ha confermato la sentenza con la quale il Tribunale di Udine aveva condannato l’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale a risarcire con circa un milione di euro la moglie e il figlio dell’ex presidente dell’Ordine dei Medici di Udine, Luigi Conte.
Della decisione dei giudici di secondo grado – presa venerdì scorso – si è avuta notizia oggi.
La vicenda risale al febbraio 2017, quando il medico morì a 69 anni durante un intervento di by-pass coronarico all’ospedale di Udine. Per quella morte, nel 2019 il tecnico perfusionista presente durante l’operazione patteggiò davanti al Gup un anno e nove mesi di reclusione, pena sospesa. Stando alle perizie, fu proprio un suo errore a determinare il decesso del professionista.
Dopo la sentenza della Sezione Civile del Tribunale di Udine che, nel 2022, stabilì come legittime le richieste dei due familiari di Luigi Conte, a essere risarciti, l’Asufc fece ricorso alla Corte d’Appello di Trieste. Dapprima chiese la sospensione dell’esecutività della sentenza di primo grado per non pagare, ma il giudice non gliela concesse. Poi domandò da una parte una nuova perizia per stabilire le responsabilità della morte, dall’altra una rideterminazione del danno, sostenendo che Conte sarebbe comunque sopravvissuto per poco tempo, date le sue condizioni di salute. Richieste che i giudici di secondo grando hanno rigettato.
“L’Azienda – afferma l’avvocato Giuseppe Campeis, legale dei familiari di Conte, anch’essi entrambi medici – avrebbe dovuto definire l’aspetto risarcitorio prima di arrivare alla sentenza di primo grado, come prospettato allora dal giudice, per ragioni di evidente opportunità oltre che di convenienza economica. Inoltre – conclude – avrebbe dovuto astenersi da un appello che non poteva avere alcun successo, visti i precedenti stabiliti dalla Cassazione e le risultanze probatorie del processo penale”.
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