Rispetto al procedimento penale avviato nei confronti dell’ex assistente sanitaria Emanuela Petrillo, la Cassazione si è pronunciata: le udienze si terranno a Udine e non a Trento come aveva chiesto la difesa della donna, rappresentata dall’avvocato Paolo Salandin.
L’istanza era stata presentata in base al legittimo sospetto basato sulle “pressioni mediatiche” che, secondo il legale dell’infermiera, avrebbero potuto inficiare il corretto svolgimento del processo. L’udienza preliminare si terrà il 17 maggio nel Tribunale del capoluogo friulano. In quella sede il giudice deciderà se rinviare la donna a giudizio o se archiviare eventualmente il procedimento.
Petrillo è indagata per le ipotesi di reato di falso ideologico, peculato e omissione in atti d’ufficio. Il caso è quello delle finte vaccinazioni. L’ipotesi dell’accusa è che, tra il 2009 e il 2015, quando era una dipendente dell’Aas 3, nel distretto di Codroipo, l’infermiera abbia finto di somministrare le vaccinazioni a migliaia di bambini. Ma ad accorgersi che qualcosa non andava erano stati i colleghi della donna all’Usl 2 di Treviso, da dove era stato lanciato l’allarme, facendo partire le indagini anche tra i pazienti friulani. La donna si è sempre dichiarata innocente e vittima di un complotto.
L’avvocato Fabio Crea, difensore della Ulss numero 2 di Treviso, costituita parte civile nel processo, ha sostenuto in Cassazione l’inammissibilitá della richiesta dell’indagata.