E’ uno dei ristoranti stellati più rinomati della regione. Ma, per il fisco, risulta come un semplice agriturismo. Per questo motivo Orsone, il ristorante aperto nel 2013 da Joe Bastianich a Gagliano di Cividale, è nel mirino della Guardia di Finanza. Le indagini delle fiamme gialle sono ancora in corso, ma l’ipotesi di reato è chiara. In base alla legge regionale, infatti, l’agriturismo rappresenta un’attività complementare al reddito agricolo. E deve essere gestita in base a rigidi criteri, per quanto attiene i giorni di apertura e i prodotti serviti, che dovrebbero provenire, in maniera prevalente, direttamente dai campi dell’azienda. Tutte caratteristiche, insomma, difficilmente associabili al ristorante cividalese.
L’attività della Guardia di finanza di Udine è volta a capire quali siano stati i vantaggi economici per l’azienda di Bastianich, che avrebbe sfruttato la fiscalità agevolata legata proprio alla forma dell’agriturismo. L’evasione delle imposte ammonterebbe a diverse centinaia di migliaia di euro, ma le cifre potrebbero essere anche superiori. Accanto ai due legali rappresentanti di Orsone, Valter Scarbolo e Claudio Rizzi, le perquisizioni (anche domiciliari) stanno interessando due funzionari dell’Ersa, Marina Boscaro e Mauro Compassi, coinvolti nelle indagini per mancata vigilanza.
E’ proprio la struttura dell’agenzia regionale per lo sviluppo rurale, infatti, l’ente deputato ai controlli delle attività agricole. Ma, nel caso di Bastianich, a quanto pare si sarebbero chiusi entrambi gli occhi.
La difesa
L’avvocato Maurizio Miculan, per conto della Bastiniach s.r.l, respinge integralmente l’impianto accusatorio: “Nel momento storico in cui sono state presentate le richieste di autorizzazione esistevano i presupposti per svolgere attività di agriturismo. Poi, considerato il flusso di clientela, la società ha ritenuto di avere raggiunto i criteri per poter passare ad attività commerciale e ha chiesto le relative autorizzazioni”, si legge nella nota del legale. “La pratica si è conclusa soltanto nel 2015 per una serie di intoppi burocratici non certo imputabili alla società. A ogni buon conto, tutte le imposte previste dalla legge sono state versate e per questo siamo pienamente convinti di poter dimostrare l’assoluta infondatezza delle accuse, anche attraverso il contraddittorio leale e sereno che avremo con la Procura”.