I casi di malasanità in Friuli Venezia Giulia ci sono, ma non c’è traccia dell’incremento allarmante paventato dalle compagnie assicurative e dal Parlamento che, lo scorso gennaio, ha approvato la legge che riforma sostanzialmente anche la disciplina delle richieste di risarcimento per danni causati da mal practice.
Anzi, in base ai dati forniti dall’Egas (Ente per la gestione accentrata dei servizi condivisi) del Fvg, i sinistri denunciati in regione nel 2016 sono in netto caso rispetto ai due anni precedenti.
Se nel 2014 risultano 453 casi, si assiste a una leggera crescita nel 2015 con 466 richieste, per poi scendere a 428 l’anno scorso. Prendendo in considerazione i dati relativi al 2016, quando ormai i nuovi confini delle aziende per l’assistenza sanitaria sono entrati a regime, si nota che l’Aas 2, Bassa friulana- Isontina è stata la più bersagliata con 97 denunce, seguita a ruota dall’Aas 5, Friuli Occidentale con 81 casi. Drastico il calo di sinistri per il Burlo Garofalo, passato dai 42 del 2015 ai 12 del 2016. Nel caso dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine i sinistri sono stati 67 e altri 55 si registrano a Trieste. A fronte di un premio assicurativo annuo di 5 milioni e 171mila euro, sono stati liquidati risarcimenti per 3 milioni e 900mila euro nel 2014, 1 milione e 831mila euro nel 2015 e 228mila euro l’anno scorso, ma si tratta di cifre soggette ad aggiornamento in quanto le cause possono durare qualche anno.
Andrea Plazzotta, segretario regionale di Cittadinanza attiva Onlus, conferma che i dati su base nazionale dimostrano come le cause di risarcimento siano in calo, forse anche a causa del fatto che vincerle sta diventando sempre più difficile: “Su 100 persone che si sono rivolte al servizio sanitario, circa 10 lamentano problemi in generale. Di queste appena 9,70 su 10mila chiedono un risarcimento. E tra chi avvia la causa, appena il 2,7% viene effettivamente liquidato in base ai dati diffusi da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e Oms per il 2016. I dati dunque dimostrano che parlare di situazione allarmante in materia di risarcimenti pare inappropriato. Detto questo, la nuova legge di recente approvazione, se si parla di responsabilità extracontrattuale del singolo medico, pone l’onere della prova a carico del paziente e utilizza come tabelle di riferimento per la quantificazione del danno le tabelle formulate dalle compagnie assicurative, inferiori in certi casi fino al 40% rispetto a quelle del tribunale di Milano, prese come riferimento su scala nazionale”.
Percorso a ostacoli per chi vorrà far valere le proprie ragioni contro i casi di malasanità
Chiedere il risarcimento diventerà dunque una sorta di corsa a ostacoli: “Le pratiche di accertamento tecnico induttivo imposte i cittadini – conferma Plazzotta – renderanno di fatto molto più onerosa la pratica e, come se non bastasse, il procedimento passa da ordinario a sommario. Ciò significa che saranno privilegiate le prove documentali, ovvero la cartella clinica, che tuttavia è redatta dai sanitari. Inutile dire che anche questo passaggio avrà il solo effetto di rendere molto più difficile ottenere il risarcimento”.