Tantissime donne – italiane e straniere – circa un migliaio, con un oggetto rosso addosso, la candela accesa in mano e una profonda tristezza nel cuore hanno ricordato ieri sera a Pordenone Touria e Hiba, la donna marocchina e la figlietta di 6 anni massacrate dal marito il 15 aprile. La fiaccolata, organizzata dall’Associazione Voce Donna Onlus, Centro Antiviolenza di Pordenone, ha preso il via ieri sera, alle 19, dalla casa dove si è svolta la tragedia, in via San Vito 22. Ta la folla spiccavano vari striscioni con scritto: “Insieme contro la violenza sulle donne” e “Lutto per Touria e Hiba”. Inoltre, c’erano due gigantografie delle foto delle due vittime e alcuni cartelli inequivocabili: “Vogliamo che il marito prenda l’ergastolo”.
“La cittadinanza tutta – aveva detto Maria De Stefani, presidente di ‘Voce Donna’ – è invitata a manifestare, con la partecipazione, il rifiuto incondizionato della violenza maschile contro le donne e il sostegno a quelle donne che ancora subiscono in silenzio. Invitiamo tutte e tutti a intervenire indossando qualcosa di rosso, anche solo un nastrino”. E la cittadinanza pordenonese ha risposto compatta, anche attraverso la presenza delle istituzioni, con a capo il sindaco e presidente della Provincia, Claudio Pedrotti.
La fiaccolata, sostenuta dall’amministrazione Comunale e da tutte le istituzioni del territorio, è partita dalla casa di Touria e Hiba, dove in molti si sono soffermati a recitare una preghiera davanti ai numerosi mazzi di fiori posti di fronte all’abitazione, ed è proseguita lungo via Candiani e via Cappuccini per poi entrare nel centro cittadino. In paizza, dopo la lettura di alcune poesie, le parole di organizzatori e amiche delle vittime hanno sottolineato come tragedie del genere non debbano più continuare e invitato tutti a star vicini alla donne, che spesso soffrono in silenzio. Intano, stamattina sarà eseguito il rito musulmano di purificazione delle salme, che poi faranno ritorno in Marocco.