Antonio Consalvo è tornato in libertà dopo 13 mesi di prigionia, un calvario iniziato nell’aprile del 2018, quando era stato incarcerato in Sri Lanka, in attesa di processo. Il giovane pordenonese, dopo un soggiorno in Thailandia, era in viaggio per fare rientro in Italia, quando, durante lo scalo effettuato all’aeroporto di Colombo, era stato arrestato perchè aveva con sè una piccola quantità di marijuana.
Il 33enne di Cordenons ha fatto rientro in Italia solamente ieri dopo aver atteso oltre un anno di riuscire a ottenere un processo, che lo ha poi condannato a oltre un anno di detenzione, in parte scontato in carcere e in parte tramutato con il pagamento di 20mila rupie, circa 100 euro.
Fondamentale per il suo rientro in patria l’interesse delle autorità italiane e della Farnesina, sollecitati dalla madre, Lucia Catania, che più volte aveva lanciato appelli attraverso i media locali.
Per Antonio ad un certo punto si era temuta persino una condanna alla pena di morte. Nel Paese cingalese, infatti, la legge antidroga è durissima e prevede la privazione della vita nei casi più gravi di narcotraffico.
Consalvo ha perso 10 chili durante la lunga detenzione, in condizioni durissime, in uno stanzone con un’ottantina di persone. La madre, dopo quasi un anno che non lo vedeva e aveva scarsissime notizie, era riuscita a fargli visita a inizio marzo. Durante la sua permanenza a Colombo gli aveva portato ogni giorno da mangiare. Tra le prime richieste del figlio un cuscino e sapone antibatterico.
Alla fine, grazie anche alle pressioni delle Istituzioni italiane, l’incubo per Antonio è finito.