Un lungo applauso, alla Camera dei Deputati, e un minuto di silenzio in Senato ha preceduto l’informativa del Ministro Luigi Di Maio che oggi ha riferito in Parlamento “sul vile agguato” nel quale hanno perso la vita, lunedì mattina, l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio e il carabinieri Vittorio Iacovacci.
Di Maio ha ricordato “lo straziante momento” del rientro delle loro salme, che ieri sera, poco dopo le 23, ha accolto, all’aeroporto di Ciampino, assieme al premier Mario Draghi, al Ministro della Difesa Lorenzo Guerini e ai parenti dei due giovani servitori dello Stato. Sul volo che li ha riportati in Patria anche Zakia Seddiki, la vedova dell’ambasciatore, e le loro tre figlie.
Di Maio ha quindi tratteggiato la figura dell’ambasciatore e del carabinieri in forze al 13° Reggimento Friuli Venezia Giulia di Gorizia che “presto avrebbe formato una sua famiglia”.
“Al Pam, il Programma alimentare delle Nazioni Unite, e all’Onu, interessando direttamente il Segretario Generale Guterres – ha aggiunto Di Maio – abbiamo chiesto formalmente l’apertura di un’inchiesta che chiarisca l’accaduto. Abbiamo anche spiegato che ci aspettiamo, nel minor tempo possibile, risposte chiare ed esaustive. Le autorità di Kinshasa hanno assicurato piena collaborazione con la magistratura italiana. Il presidente congolese, che ha reso visita alla vedova del nostro ambasciatore, ha condannato con la più grande fermezza l’attacco”.
“Il loro sacrificio illumina la vita dei molti, diplomatici e militari, che silenziosamente compiono il proprio dovere per difendere l’Italia e i nostri valori, in Paesi lontani e a rischio. È un sacrificio che il Paese onorerà con i funerali di Stato“, ha detto il ministro.
Le esequie sono in programma giovedì mattina alle 9.45 a Roma, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. “Tutti noi – ha aggiunto Di Maio – dobbiamo onorare questi nostri eroi stringendoci attorno alle loro famiglie”.
Di Maio ha quindi ricostruito l’attacco: “La mattina del 22 febbraio, tra le 10 e le 11 locali (le 9 e le 10 italiane), il convoglio del Pam è stato attaccato da uomini dotati di armi leggere, verosimilmente presso Kibumba, a circa 25 chilometri da Goma. In base alle prime ricostruzioni, che devono essere sottoposte al vaglio degli inquirenti, la prima vettura, su cui viaggiavano le vittime, sarebbe stata oggetto di colpi di arma da fuoco. Il gruppo, formato da sei elementi, avrebbe costretto i mezzi a fermarsi ponendo ostacoli sulla strada e sparando alcuni colpi di armi leggere in aria. Il Governatore del Nord-Kivu ha confermato che i sei assalitori hanno poi ordinato ai passeggeri di scendere. Il rumore degli spari ha allertato i soldati delle Forze Armate congolesi e i ranger del parco Virunga che, trovandosi a meno di un chilometro di distanza, si sono diretti verso il luogo dell’evento. Il governatore ha aggiunto che per costringere le loro vittime a lasciare la strada ed entrare nella boscaglia, gli assalitori hanno ucciso l’autista congolese, Mustapha Milambo”.
“Gli assalitori – ha poi spiegato Di Maio – avrebbero condotto il resto dei membri nella foresta. I ranger del parco e un’unità dell’Esercito avrebbero cercato di recuperare i membri del convoglio. Lì sarebbe nato un conflitto a fuoco, nel quale gli assalitori avrebbero aperto il fuoco contro il militare dei carabinieri, uccidendolo, e contro l’ambasciatore italiano, ferendolo gravemente. Attanasio poi è stato trasportato all’ospedale Monusco di Goma, dove sarebbe avvenuto il decesso a causa delle ferite riportate nell’attacco. A riguardo, si specifica inoltre che il responsabile del convoglio avrebbe negoziato con gli assalitori per allontanarsi dall’area e portare i feriti in una zona sicura”.
“A differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa, vorrei chiarire che l’ambasciata a Kinshasa è dotata di due vetture blindate, con le quali appunto l’Ambasciatore si spostava in città e per missioni nel Paese, sempre accompagnato da almeno un carabiniere a tutela. Vorrei anche chiarire che Kinshasa e Goma sono distanti circa 2.500 chilometri. L’ambasciatore e il carabiniere si sono quindi affidati al protocollo delle Nazioni Unite, che li ha presi in carico fin da Kinshasa, su un aereo della missione Onu Monusco, per il viaggio fino a Goma. In qualità di Capo Missione, l’Ambasciatore Luca Attanasio aveva piena facoltà di decidere come e dove muoversi all’interno del Paese. La missione si è svolta su invito delle Nazioni Unite. Quindi, anche il percorso in auto si è svolto nel quadro organizzativo predisposto dal Programma alimentare mondiale”.
“Sulla dinamica dell’agguato sono in corso accertamenti anche da parte della Procura della Repubblica di Roma. Una squadra dei nostri carabinieri del Ros, si è già recata a Goma per una prima missione investigativa. Ai nostri caduti dobbiamo la verità. Ma il miglior modo di onorare la loro memoria è anche continuare a rafforzare la nostra attenzione politica nei confronti del continente africano, nella quale Luca credeva fortemente, con passione e dedizione. All’Africa aveva dedicato gran parte della sua carriera diplomatica, e anche il suo personale impegno a sostegno dei più deboli, con le attività di volontariato promosse attraverso l’Ong Mama Sofia fondata proprio a Kinshasa dalla moglie Zakia”.