Alle telecamere è impossibile scappare. Questo l’avvertimento per vandali, grafittari, furbetti della strada che si aggirano a Pordenone. In città infatti, è attivo un sistema di videosorveglianza piuttosto diffuso: una cinquantina di apparecchi elettronici, posizionati in punti strategici del capoluogo, che tengono d’occhio i malintenzionati. A confermalo, è il comandante della Polizia municipale, Arrigo Buranel (nella foto): “Il sistema è abbastanza capillare. A parte qualche guasto temporaneo, dovuto a fenomeni occasionali come i temporali, che possono interferire con gli apparecchi che funzionano a onde radio, le telecamere fanno il loro dovere”.
Risultati ottenuti? “Tenuto conto che la nostra città è tutto sommato tranquilla, in alcuni casi il sistema ci ha permesso di risalire ai colpevoli. Penso, per esempio, al caso di imbrattamento del Duomo di San Marco, ma anche a parecchi writers”. Ma l’utilizzo delle telecamere sta facendo venire a galla molti furbetti della strada. “Le abbiamo poste, in modo particolare, lungo gli assi stradali più trafficati, agli incroci e sulle rotatorie. In tanti casi – racconta il comandante – ci siamo accorti, visionando i filmati, che le persone coinvolte in incidenti stradali non sempre raccontano la verità. Insomma, riportano una versione del sinistro, ma poi i video li smentiscono”.
Un caso emblematico? “All’incrocio tra viale della Libertà e la Pontebbana, quando c’era ancora il semaforo, ci fu un impatto notturno tra un’auto che sopraggiungeva da Udine e un’altra che usciva, senza rispettare il rosso, dall’incrocio. Dopo l’impatto, il guidatore cha aveva torto è scappato, ma lo stesso ha fatto il conducente che aveva piena ragione. Una volta contattato da noi, non ha saputo dare una spiegazione, se non con il fatto di essere stato colto dall’emotività del momento”. Anche se non si notano, dunque, le telecamere cittadine sono delle vere sentinelle.
Ma la privacy è garantita. “Solo personale autorizzato da me può accedere ai filmati, ai quali attingono anche le altre forze dell’ordine in caso di necessità e su apposito consenso”, spiega Buranel, da cui dipende anche la videosorveglianza di Roveredo in Piano, che conta 18 telecamere, più altre due in arrivo. L’utilizzo degli occhi elettronici, inoltre, serve a monitorare la città durante particolari manifestazioni o eventi. Lassù, insomma, c’è sempre qualcuno che ci guarda.